Fin dalle prime battute, il Governo della tecnocrate perestrojka mi spaventa. Gli osanna per Draghi non sono ancora cessati ma Zingaretti si è già dimesso.
In un lungo e accorato post su Facebook dichiara che:
“Lo stillicidio non finisce. Mi vergogno che nel Pd, partito di cui sono segretario, da 20 giorni si parli solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni”.
Nicola Zingaretti
Questo avviene pochi giorni dopo l’altra celebre epurazione: quella di Domenico Arcuri.
Un Bersani pacato ma sempre più simile all’Apollo del Belvedere per la rabbia razionale trattenuta e contenuta, calibrata e diretta in uno sguardo acceso, risponde a Formigli:
“Vuoi mandare via Arcuri (e quel vuoi è riferito a Draghi)? Lo devi motivare”.
Pier Luigi Bersani
E ancora:
“La Destra dice che Arcuri ha fallito? Bisogna discuterne. Il giorno in cui Arcuri se ne è andato, con le vaccinazioni eravamo al pari con Francia e Germania. Ma non mi piace il rito italico del capro espiatorio.”
Pier Luigi Bersani
Meglio un generale, dunque? Una figura simbolica e tragica: colui che organizzò il trasporto dei feretri a Bergamo.
Forse perché questo virus è l’arma che doveva abbattere il Governo e imporre al Paese una democrazia, per dirla con Zagrelbelsky, calata dall’alto.
Ormai lo abbiamo capito tutti: il vero vincitore di questo capolavoro politico, che oltrepassa ogni logica e oscura ogni intenzione del compromesso giolittiano, non è Draghi, è Renzi.
Grazie alla sua efficace ed efficiente opera di servo dei poteri forti, il Senato e il Parlamento sono una geniale Versailles in cui i ministri si divertono in qualche battuta di caccia (all’uomo) e si pavoneggiano dinanzi agli ormai pochi media loro concessi ma, di fatto, nulla contano.
Mattarella ha un bel dire che ha fatto il pane con la farina che aveva, quale farina?
Quella di tipo 00, priva di fibra, grassi al posto di teste. E, dispiace constatarlo, il garante della Costituzione, si è comportato come Ponzio Pilato: “Gesù o Barabba?” Neppure lo ha chiesto direttamente, ha mandato il povero Fico in esplorazione a fare le consultazioni.
Senza nulla togliere a Draghi, il popolo amava Conte e Conte stava prendendo troppo potere: come Cesare, che è stato fatto fuori.
Mi terrorizza Sallusti quando, serafico, sostiene che gli Italiani non sanno decidere:
“Le democrazie elette dal popolo si sono dimostrate incompetenti”.
Alessandro Sallusti
E allora? Chi decide chi è competente e chi no? La linea tra aristocrazia e oligarchia è troppo sottile e rischia di essere valicata.
Sono stata in Erasmus la scorsa estate, ho parlato con Polacchi affranti dal sovranismo, Ungheresi delusi da un Governo reazionario, Spagnoli e Tedeschi. Giuseppe Conte piaceva all’Europa ma dava fastidio a qualcuno in Italia, forse anche a qualcuno all’interno dello stesso Movimento Cinque Stelle: gli infami si nascondono ovunque.
Ho sognato Berlusconi, mi ha detto: “Questa volta tocca a voi.”
Rosa Johanna Pintus