Penso alla vicenda della lettera di Firenze, scritta da Annalisa Savino con intento educativo; considero la reazione del ministro Valditara che scandalizza i più . Mi sorprende lo scalpore che suscita la risposta del ministro, mi fa sorridere.
Non lo nego, i fascismi, o meglio i totalitarismi, nascono dalla legittimazione dei cittadini.
E fa bene la dirigente a proporre una riflessione ai giovani, a ricordare il Fascismo ( anche Stalin comunque “sedeva su un mucchio di ossa”) ma, ed è questa la domanda che mi tormenta, mi chiedo se questa dirigente abbia scritto
qualcosa anche l’anno scorso quando il cosiddetto Fascismo, un fascismo liberista, c’era davvero.
Già, lo ammetto, io non dimentico.
Non dimentico l’anno scorso, quando i docenti non vaccinati venivano buttati fuori dalle scuole e considerati dei reietti da genitori e colleghi.
L’anno scorso, quando non potevano prendere l’autobus né entrare nei negozi, quando le signore vaccinate con i loro cani prendevano il caffè in tiepidi bar e gli studenti non vaccinati stavano fuori al freddo o rischiavano multe salate sul treno se provavano a raggiungere le scuole .
Se totalitarismo c’è stato in questo Paese, e c’è stato, è stato l’anno scorso, nel 2022, con un ministro dell’Istruzione che non ha mai difeso i suoi docenti.
Riflessioni sull’anno scorso non ne sono ancora state fatte: si è permesso in un assordante silenzio che i dissidenti perdessero il lavoro e con lo stesso assordante silenzio si decide oggi di non parlarne, come se non fosse accaduto nulla.
Quindi sorrido di un sorriso amaro perché l’ indifferenza, quella stessa indifferenza citata dalla dirigente, e non la violenza ( che si vede e si sanziona) , è alla base del potere totalitario.
Valditara, che i colleghi di Sinistra disprezzano, ha le idee chiare e sta riportando la serietà in una Scuola ridotta dai precedenti governi e dai precedenti ministri a un diplomificio, è intervenuto in difesa della docente colpita dalla pistola a salve, ha scritto una circolare contro l’utilizzo dei cellulari in classe; il ministro dichiara improprie alcune affermazioni della lettera e ha ragione perché il mondo non è diviso in fascisti e antifascisti ma in élite transnazionali e sudditi, in governi che pensano agli interessi dei cittadini e in altri
in cui i parlamenti vengono esautorati in nome di una qualsiasi emergenza.
La dirigente Annalisa Savino cita Gramsci che io amo; ecco, Gramsci era da citare l’anno scorso, quando davvero sarebbe servito. Gramsci stesso, del resto, provò la prigione e l’odio degli amici, oltre a quello dei nemici chiaramente.
A me sembra strumentale la citazione di un eroe della libertà in un momento di libertà democratiche accettabili, e strumentale è il vuoto utilizzo di parole importanti, di concetti che vanno affrontati a fondo leggendo direttamente gli storici o le fonti, non di certo i manuali atti a narrare gli eventi storici in maniera moralistica, superficiale e comunque dal punto di vista dei vincitori.
Mi pare molto facile avere il coraggio di schierarsi quando c’è libertà di parola, quando tutto è normale e democratico.
L’anno scorso nulla era democratico, chi ha difeso le persone che non condividevano la logica di Draghi e di Speranza?
Nessuno di questi personaggi che gridano contro un ipotetico e improbabile fascismo ha scritto una qualche lettera agli studenti per spiegar loro che le libertà democratiche erano soppresse.
Noi non pretendevamo tanto, “se uno il coraggio non ce l’ha, non se lo può dare”, ci sarebbero bastate delle scuse. Non sono mai arrivate.
E allora fateci un favore: non riempitevi la bocca di -ismi quando non li avete voluti riconoscere.
Alessandra Giordano