Un mare di menzogne e propaganda rischia di cancellare sotto le sue onde cupe l’Italia; pare assurdo, il 1847 è lontano ma l’Italia è tornata ad essere un’espressione geografica e niente altro. A renderla tale non è stato l’austriaco Klemens von Metternich ma l’ italianissimo Mario Draghi.
Tutto è perduto. Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia.
Le ultime lettere di Jacopo Ortis, Ugo Foscolo
In un periodo così tragico la Sinistra italiana, nonostante le disgustate e dimenticate dimissioni di Zingaretti, sceglie di incollarsi alle poltrone e di essere complice di una deriva neoliberista che non ha precedenti.
Un atteggiamento non dissimile, camaleontico e iniziato ben prima del Covid è quello dei Cinque Stelle per i quali, a seconda di chi li rappresenta, può essere chiamata in causa la celeberrima classificazione di Leonardo Sciascia:
Quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.
Il giorno della civetta, L. Sciascia
Tra gli uomini annovero Giuseppe Conte, il senatore Mattia Crucioli, il senatore Gianluigi Paragone.
Il primo, pur delegittimato da un colpo di Stato, è rimasto nel Movimento e sembra ancora credere in un post Draghi a trazione PD-Cinque Stelle; è uno dei migliori oratori che il Paese ha conosciuto di recente, l’uomo giusto per poter tenere l’Italia intera bloccata in casa.
Scrive Circolo 20 News:
Un Giuseppe Conte d’area gesuita, appoggiato dal medesimo potere decisionale che pilotava Giulio Andreotti. La curiosità vien leggendo e l’accenno alla stessa parola “potere” come potenza concentrata in poche mani, rende tutto credibile, poiché ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la parola “governo” non è fatta per il bene del popolo, ma per servitù al potere. La prova è che ogni governo, una volta insediato, puntualmente non mette in atto il programma prefissato, ma segue una strada già segnata dai governi precedenti.
Carlo Mariano Sartoris
Eppure quest’uomo è stato fermato da Renzi, su cui è inutile qualsiasi commento, e da Di Maio, perché? Ci risponde Stefano Villa, responsabile organizzativo della provincia di Genova di Italexit, un partito che nel Nord Italia sta raccogliendo importanti consensi:
Di Maio è l’uomo che ha tradito i Cinque Stelle, l’archetipo di colui che lavora nell’ombra e che è disposto ad allearsi con chiunque pur di rimanere al potere. Conte non è di certo un innocente ma è stato sostituito dall’uomo dei poteri forti.
Stefano Villa
Dei poteri forti, attenzione, e non dai poteri forti come vorrebbe la maggioranza. E infatti Draghi non è che il burattino perfetto di chi esige la totale resa dell’Italia con buona pace del povero Goffredo Mameli morto a soli 21 anni nel 1849 a seguito di una ferita dovuta alla strenua difesa della Repubblica Romana.
E mira al Colle il nostro Draghi? Non sarebbe meglio se diventasse presidente della repubblica nella non malvagia ottica del promoveatur ut amoveatur?
No. Assolutamente no. Il Presidente della Repubblica deve essere il garante della Costituzione e, soprattutto, ha il compito di essere il rappresentante di tutti gli Italiani. Mattarella si deve essere sentito costretto a dare il Paese in mano a Draghi e poi…lo ha seguito in tutto.Già così ci troviamo nei guai: Sandro Pertini non avrebbe mai permesso l’applicazione di norme illiberali e anticostituzionali. Draghi al Colle sarebbe garanzia di tragedia poiché firmerebbe qualsiasi cosa gli venisse ordinata nel silenzio del dibattito pubblico.
Stefano Villa
Guardo Stefano attraverso lo schermo:
Perché hai scelto di militare nel partito di Paragone? Non è un uomo discusso? Si vocifera molto sul suo conto.
Si vociferava sui bonifici che non avrebbe versato ma si sosteneva il falso. Gianluigi Paragone ha versato i bonifici che, in origine, i Cinque Stelle avevano previsto per finanziare le imprese italiane. Una volta assaggiato il Potere però, il Movimento ha disatteso scientemente le politiche economiche per cui era stato votato dai cittadini evitando di tassare a dovere i grandi colossi e le multinazionali.
Stefano Villa
Anche tu quindi sei uno dei delusi dal Movimento Cinque Stelle?
Nonostante io sia figlio della generazione Erasmus e abbia profondamente creduto nella possibilità di un’Europa dei popoli, benché io sia vissuto per un periodo a Berlino e anzi, forse, proprio per questo, mi sono reso conto che un’Europa così concepita avrebbe continuato ad arricchire le aristocrazie finanziarie. Aristocrazie…direi oligarchie. Per cui sì, dei Cinque Stelle mi piaceva l’idea dell’uscita da una moneta unica che, di fatto, indebita i Paesi membri più deboli; ero inoltre certo che il Movimento non si sarebbe mai corrotto con la Destra neoliberista…che dire! I pugni in faccia fanno crescere.
In Italexit vedi una speranza?
Mi fido di Gianluigi Paragone, Italexit può sembrare una goccia tra tante ma siamo determinati a portare avanti la battaglia per riprenderci la sovranità del nostro territorio e per fermare l’abominio di questo regime che si regge sul divide et impera, sulla propaganda e la disinformazione, sull’attuazione di decreti liberticidi che tradiscono il patto politico tra i cittadini e lo Stato. E anche oggi, alle 18.30, in Piazza della Vittoria a Genova, manifesteremo il nostro dissenso.
Alessandra Giordano