Si promulga a gli anni attuali in Roma un salutifero editto, che, per ovviare a’ pericolosi scandoli dell’età presente, imponeva opportuno silenzio all’opinione scientifica sulla validità dei vaccini. Non manca chi temerariamente asserisce, quel decreto essere stato parto non di giudizioso esame, ma di paura troppo poco informata, e si odono disposizioni che consultori totalmente inesperti delle osservazioni scientifiche ma esperti e ipnotici comunicatori televisivi debbano con proibizione repentina tarpar l’ale a gl’intelletti speculativi e divergenti.
Non può tacer il mio zelo in udir la temerità di sí fatte obbligazioni che rendono ogni dibattito privo di contraddittorio.
Giudico, come pienamente instrutto di quella prudentissima determinazione, comparir pubblicamente nel teatro del mondo, come testimonio di sincera verità.
Mi trovai allora presente nel mainstream; ebbi non solo udienze, ma ancora applausi de i piú eminenti dissidenti su You Tube e critiche di quella Corte a cui mi rivolgevo; né senza qualche mio antecedente e disperato tentativo di oppormi alla questione seguì poi il 6 del mese di Augusto 2021, in pieno terzo millennio, la pubblicazione di quel decreto che in un attimo soltanto avvilì ogne diritto ponendo come scelta obbligatoria o la vaccinazione o la coatta presentazione della fragile narice.
Per tanto è mio consiglio nella presente fatica mostrare alle nazioni forestiere, che di questa materia se ne sa tanto in Italia, e particolarmente tra gli sventurati sanitari e professori oppositori, quanto possa mai averne immaginato la diligenza oltramontana; e raccogliendo insieme tutte le speculazioni proprie intorno al sistema vaccinal-sperimentale, far sapere che precedette la notizia di tutte alla censura romana, e che escono da questo clima non solo i dogmi per la salute dell’anima, ma ancora gl’ingegnosi trovati per delizie degl’ingegni.
A questo fine ho presa nel discorso la parte No Vax e pro Costituzione, procedendo in pura ipotesi matematica, cercando per ogni strada artifiziosa di rappresentarla superiore, non tanto a quella della fermezza di un’ipotesi scientifica assoluta, ma secondo che si difende da alcuni che, di professione Virologi, ne ritengono solo il nome, contenti, senza passeggio, di adorar l’ombre, non filosofando con l’avvertenza propria, ma con solo la memoria di quattro principii mal intesi.
Tre capi principali si tratteranno. Prima cercherò di mostrare, tutte l’esperienze fattibili in vaccini plurimiliardari essere mezzi insufficienti a concluder la loro efficacia poiché il Tempo non è acquistabile in danaro, e alleati sono il dottor Giovanni Frajese , lo scienziato Luc Montagnier anch’egli in terra ostile ed il povero dottor De Donno il cui suicidio è già sospetto e la cui terapia è utilizzata ovunque tranne nella terra in cui è stata scoperta; e spero che in questo caso si paleseranno molte osservazioni note all’antichità dimenticata. Secondariamente si esamineranno le questioni del Diritto in quest’Odissea che ne nega la ragione e di questo sono testimoni il giurista Paolo Sceusa e uomini di politica quali Gianluigi Paragone .
Nel terzo luogo proporrò una fantasia ingegnosa, l’ipotesi di un Grande Reset che sconfigga e innalzi questo mondo attraverso la Shock Economy, come insegna l’avvocato Marco Mori.
Spero che da queste considerazioni il mondo conoscerà, che se altre nazioni hanno navigato piú, noi non abbiamo speculato meno, e che il rimettersi ad asserir la validità del vaccino e la sua missione sanitaria e prima, e negar il contrario solamente per capriccio economico, non nasce da non aver contezza di quant’altri ci abbia pensato, ma, quando altro non fusse, da quelle ragioni che la pietà, la religione, il conoscimento della divina onnipotenza di tal farmaco, e la coscienza della debolezza dell’ingegno umano, ci somministrano. Ho poi pensato tornare molto a proposito lo spiegare questi concetti in forma di dialogo, che, per non esser ristretto alla rigorosa osservanza delle leggi matematiche, porge campo ancora a digressioni, tal ora non meno curiose del principale argomento.
E mi auguro d’avere la costanza di terminar codesto libro in più puntate, acciocché non sia pesante e lo si legga, seppur difficile e indigesto.
Rosa Johanna Pintus