Dalla classe pollaio alla classe apartheid: considerazioni senza peli sulla lingua

di Cristina Tolmino

Marchio a scuola: vergognoso il trattamento che è stato riservato ai docenti, rei di aver scelto di non sottoporsi al ricatto vaccinale finalizzato all’inoculazione del vaccino OGM , 

“vaccino non approvato che può prevenire il Covid soggetto a  autorizzazione all’uso di emergenza (EUA), da parte della FDA, vaccino che “potrebbe impedire di contrarre il Covid 19 e “potrebbe non proteggere tutti” . 

da.gov, scheda informativa per riceventi e assistiti

ma in questa occasione non voglio dilungarmi su questo.

Voglio invece sottolineare la gravità di un altro punto del decreto legge  che ha esteso l’obbligo del lasciapassare governativo  all’interno degli istituti scolastici e che riguarda la comunità degli studenti. 

Al punto 3 dell’articolo 1 del suddetto DL viene infatti stabilito che 

…I protocolli e le linee guida possono disciplinare ogni altro aspetto concernente le condizioni di sicurezza relative allo svolgimento delle attività scolastiche ivi inclusa la deroga alle disposizioni di cui al comma 2) lettera a ),  per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità”.

Cerco di capire il significato di quanto enunciato.

Le disposizioni a cui si fa riferimento sono i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, cioè le mascherine . Gli allievi della classe composta da soli studenti che abbiano completato il ciclo vaccinale o abbiano ottenuto un certificato di guarigione può essere esentata in blocco dall’uso dei dispositivi di protezione, a differenza della classe nella quale anche un solo ragazzino non sia stato sottoposto al trattamento, e nella quale, e a causa dello stesso, saranno tutti costretti a indossarli. 

A prescindere dal mio personale, poco autorevole e poco significativo  parere, ricordo le parole con le quali il premio Nobel Montagnier si è espresso riguardo alla possibilità di sottoporre a questo vaccino la popolazione dei giovani:

“Non possiamo accettare il rischio per i bambini, i ragazzi e le generazioni attuali. .. il vaccino è una soluzione, ma non la sola, ci sono trattamenti e terapie che possono avere effetti contro questa infezione…”  e ancora “… Rischiamo di avere effetti assolutamente imprevedibili, ad esempio i tumori…”

L.Montagnier

Ma accantoniamo l’illustre  Montagnier e la dibattuta questione se sia opportuno o no vaccinare in massa gli over 12; alcuni adolescenti  saranno  stati sottoposti al trattamento, altri no. 

Apartheid de lege et de facto


Immagino di rientrare in classe. Posso solo immaginare, perché io  quest’anno scolastico in classe non potrò entrare, come i cani fuori dal supermercato, e sarò privata dello stipendio a causa della mancanza del green pass.

Immagino di entrare in classe. Difficilmente entrerei in una classe modello, con tutti gli studenti vaccinati, data la reticenza di tante famiglie, che hanno abbracciato la politica del vaccino limitatamente ai soli componenti adulti, per necessità di salute, per convincimento personale o per pressioni sociali,  ma sono dubbiose e perplesse per quanto riguarda i figli. 

Immagino che tra i ragazzi si saprebbe subito chi è vaccinato e chi no, dal momento che adesso pare sia diventato di moda tra alcuni giovani anche tatuarsi il qr code del marchio sul braccio, pratica che a me personalmente fa orrore perché mi suggerisce cose brutte della storia che sarebbe meglio non evocare ma ricordare con consapevolezza e cognizione di causa, ma mi fa peraltro orrore anche la faccia di Topolino tatuata sulle natiche. 

Io sono vecchia e non ho gli strumenti per comprendere il significato profondo di certi rituali della modernità diffusi tra i giovani e si creerebbe una situazione di inevitabile conflittualità. 

Il vaccino, come suggerito dalle star dello spettacolo e della canzone, diventerà uno status symbol da esibire, chi non ha il vaccino è “sfigato”, chi ha il vaccino è “figo”. Il passaggio successivo è che chi ha il vaccino si sentirà discriminato perché, a causa dei compagni non vaccinati, dovrà comunque indossare la mascherina, e chi non ha il vaccino sarebbe continuamente oggetto di attacchi, più o meno scherzosi, da parte  dei compagni “fighi”, e avrebbe ben poche armi per difendersi, perché a 12 anni non è proprio immediato controbattere citando Montagnier o recitare a memoria le righe più “critiche” del bugiardino dei singoli farmaci che vengono inoculati. 

 Aggiungiamo che i ragazzi non hanno filtri, e, se io che sono vecchia vengo già adesso schernita da adulti che godono del fatto che dal 1 settembre non avrò più lo stipendio e lo considerano una giusta vendetta per la mia resistenza  al ricatto governativo, dopo avere già passato un inverno e una primavera fra colleghi che, cristianamente, auguravano di morire di Covid a me alla mia famiglia, immagino che anche tra i ragazzi non sarà facile, eppure è ciò che è lecito aspettarsi, avendo di fatto istituzionalizzato una sorta di legittimo bullismo all’interno della classe. 

Una silente discriminazione

Ulteriore punto a sfavore dei ragazzini non vaccinati è il fatto che essi si trovano già in una condizione di sofferenza per avere dovuto rinunciare alle normali attività di socializzazione tipiche della loro età, la palestra, la piscina, gli allenamenti, il concerto, il teatro, il cinema, il parco tematico, e per i più grandi, viaggi e viaggetti con gli amici. Questi ragazzi sono inevitabilmente molto provati psicologicamente, abbruttiti da un anno di Dad e un anno di bi-zona (cit. Lino Banfi, L’allenatore del pallone)  a suon di gel e mascherine, distanziamento coatto e accessi al bagno controllati, situazione che si ripresenterà per tutti, vaccinati e non, ma della quale i vaccinati incolperanno i non vaccinati

Nella stessa classe, peraltro, abbiamo fino all’anno scorso insegnato educazione civica come materia trasversale, con interventi mirati alla conoscenza e al rispetto dei più importanti articoli  della Costituzione, alla comprensione del valore di studio e lavoro e alla loro esaltazione come strumento di realizzazione della persona, alla condanna della discriminazione in ogni suo aspetto e sotto ogni forma, all’educazione alla tolleranza , alla prevenzione del bullismo, materiale e cibernetico. 

Chat delle mamme e altre amenità

Immagino poi le mamme, che saranno ovviamente anche loro schierate tra favorevoli e contrarie al vaccino, ci saranno le mamme vaccinate con figli vaccinati, le mamme non vaccinate con figli non vaccinati, e le mamme vaccinate con figli non vaccinati, e si apriranno dibattiti e scontri tra le varie fazioni. Nasceranno chat e sottochat, verranno inviati screen shot in piena notte al coordinatore di classe, alla faccia della privacy e del diritto alla disconnessione, i Dirigenti dovranno mettere il filo spinato per proteggere la porta del loro ufficio, e la gestione dei colloqui con le famiglie diventerà una faida al limite della guerra civile.

Forse, davvero, almeno, non potere avere accesso ai locali scolastici mi manleverà da questo strazio, e dovrò ricordarmene per trovare qualcosa per il quale sorridere quando dovrò andare a prendere il pacco alimenti alla Caritas (ammesso che non sia necessario il marchio) perché, essendo senza reddito,  alla lunga non potrò più comprarmi da mangiare.

Altra problematica su cui mi interrogo anche se, ripeto, non sarò a scuola a poter vedere cosa accadrà, è la gestione delle quarantene per i ragazzi. Gli studenti vaccinati avranno un numero minore di giorni da trascorrere in quarantena rispetto ai loro compagni non vaccinati? Se saliranno i contagi e le regioni diventeranno di nuovo colorate, ai ragazzi non vaccinati sarà comunque permesso andare a scuola o verrà proposta loro nuovamente la Didattica on Line, realizzando per magia e per incanto la metamorfosi,  pandemicamente corretta, della usuale e consolidata classe pollaio di over 28 (laddove per over 28 non si intende una classe di super ripetenti ma 28 è il numero degli allievi) , mai ritenuta fonte di problemi dal Ministero della pubblica Istruzione neanche prima del Covid, in “classe apartheid” in nome della prevenzione/punizione sanitaria, con i vaccinati a scuola e i non vaccinati in Dad? 

Mentre mi appresto a concludere, chiudo un po’ di quaderni di appunti e mi cade l’occhio sulla 

Nota Miur  del 22 luglio 2021, contenente le indicazioni fornite dal CTS in relazione all’apertura dell’anno scolastico 2021-22, nella quale si recita che  è

”… necessario che la comunità scolastica, continuando a promuovere la conoscenza ed il rispetto delle regole anti – covid, nel quadro dei propri compiti istituzionali, operi per far comprendere il valore della vaccinazione, sia ai fini della prevenzione del contagio e della tutela della salute (soprattutto dei soggetti più fragili) , sia quale misura per la ripresa  della normale vita scolastica e con essa della vita sociale del Paese…” 

e improvvisamente mi è chiaro il motivo per cui io, quest’anno, a scuola non posso entrare, come il cane fuori dal supermercato. 

E come il cane fuori dal supermercato aspetterò, non il mio padrone come fa il cane, ma la mia comunità, il mio mondo, il mio spirito, i miei nervi, le mie vene, la mia pancia, le mie budella… in poche parole i miei studenti, a cui appartengo, verso i quali  ho dei doveri che prescindono da conoscenze, competenze, verifiche,  valutazioni, burocrazia e bizantinismi,  perché sono legata a loro da un dovere morale che è un misto di sentimento e rigore intellettuale, perché loro hanno bisogno di essere aiutati a scoprire come esercitare il loro spirito critico, e devono essere liberi di esercitarlo, al di là di un biglietto per lo stadio, di un gelato, di una promessa fittizia di libertà celata dietro uno scambio di merci e di favori, perché hanno bisogno di leggere e comprendere quelle fonti che permettano loro di guardare la storia super partes in autonomia, e io ci DEVO essere e DEVO aspettare,  anche fuori dalla scuola, come il cane fuori dal supermercato. 

Cristina Tolmino

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