Articolo di Sergio Famulari
A seguito del consiglio comunale svoltosi , è stato dato il via libera al secondo progetto Esselunga, dopo quella di via Piave, in città, a Genova.
Pesanti gli scontri tra maggioranza ed opposizione sulla opportunità o meno di questa nuova apertura che, a detta del presidente del Civ di Sampierdarena, rappresenterà:
“ Un ulteriore grave schiaffo alla sopravvivenza di molte attività commerciali, non solo di Sampierdarena, ma anche delle alture e del ponente”.
Con toni analoghi si è espresso anche il presidente di Confesercenti che ha parlato di chiaro e sicuro “decadimento della qualità della vita”, oltre che di promesse disattese dall’attuale Giunta che si era spesa politicamente proprio sulla protezione delle attività piccole ed a conduzione familiare.
L’ingresso nelle passate amministrazioni di Coop e in queste attuali di Esselunga, possono essere considerate un unicum politico, nuove risorse e nuova imprenditoria, è evidente, sono sempre ben accetti; ma il quesito è quali sono i prezzi che si pagano, e chi li paga?
Personalmente negli anni ho notato che questi forti gruppi della grande distribuzione si sono fatti carico di garantire la continuità e l’attuazione di momenti culturali e ricreativi che altrimenti rischiavano di andare perduti, quindi un punto a favore, e poi?
Dal punto di vista urbanistico quali sono le reali virtuose ricadute pratiche a favore del quartiere o dei quartieri che più di tutti verranno impattati dall’arrivo di quest’ultimo grande colosso ( 3200 mq)?
In quanti dovranno letteralmente “ chiudere bottega”?
Interroghiamoci, speranzosi che la ragionevolezza e l’equilibrio prevalgano.
Sergio Famulari