Covid contro Scuola e vince il Covid 19 per tre a zero. Una sconfitta bruciante per i giocatori della Scuola, capitanata dalla Ministra che, in ogni modo, ha cercato di tener duro. Ma la squadra non ha retto agli attacchi degli avversari esterni ed interni: in primis una marea di giocatori indegni che ha implorato fino all’ultimo di chiudere le scuole con toni simili all’ammutinamento del Bounty.
La Ministra, a dire il vero, ci ha messo del suo, offrendo assist decisivi agli autogoal perché incompresa nelle sue performances migliori (una perla in mano ai porci!).
La squadra del Covid guardava incredula ciò che capitava nel campo avversario: l’incapacità del Governo di governare i propri governatori, ad esempio! Il Covid, essendo madrelingua cinese ma volenteroso nell’apprendimento dell’italiano, ha per un momento pensato che governo e governatori, avendo la medesima radice nel nome, fossero concordi; a questo si deve il suo tergiversare estivo, al timore di trovarsi di fronte una sorta di ordinata e coordinata testuggine romana, altrimenti ci avrebbe fatto tutti fuori prima.
Invece di coordinato non c’era proprio nulla: non gli ospedali, privi ancora di percorsi adeguati e di medici specializzati, non le Regioni, non lo Stato, non i Trasporti, non la Scuola.
La Ministra in realtà, con mente geniale e divergente, aveva intuito che uno dei maggiori problemi sarebbe stato quello dei trasporti e avrebbe ovviato al problema con i famosi e criticati banchi a rotelle, ultima ratio-nonostante le buche di Roma e dell’Italia intera- per consentire ai ragazzi un mezzo di trasporto a prova di furto (si sa che fine fanno in Italia monopattini e biciclette).
Ma ha pestato il piede sbagliato perché, mentre lei implorava il Commissario eletto di velocizzare l’acquisto dei suddetti banchi, il Governo intendeva calmare gli animi disillusi e il ventre affamato e scarno degli Italiani con il bonus biciclette, in netta concorrenza con la proposta del banco a rotelle.
Non credendo ai propri occhi per tanto facile bordello e osservando l’accesa sensualità dell’ala destra in campo, impegnata in selfie, formaggette e discoteche, il capitano del Covid 19, pur trovandosi in Sardegna, si è sentito sul Rubicone: “Alea iacta est” ha dichiarato ai prodi e facilmente ha assediato l’italica virtute che si pavoneggiava fiera e bella.
La Ministra, l’unica che, nel delirio di onnipotenza governativo-collettiva, aveva chiara la vision , ha gridato: “Non toccatemi la Scuola!” il Governo però, osservando la mission, e cioè la carenza di insegnanti che ha colpito persino il pargolo del Premier, ha smesso di riconoscerla come caposquadra.
Così, nel marasma totale, il virus si è diffuso e non per i droplet; tre sono stati gli alleati Covid e i traditor di patria: incompetenza, vanità e paura.
Paura non del Covid ma della cultura che avrebbe potuto rivelare in breve come l’incompetenza, in Italia, regni sovrana.
Ecco il senso profondo dell’epurazione dei nuovi sovversivi: le ballerine, gli attori, gli studenti, i prèsidi ispirati, gli insegnanti volenterosi, i nonni.
Ecco il senso profondo della chiusura delle scuole di danza, dei teatri, dei cinema, dei vecchi che sono narrazione di un passato democratico.
Ecco il senso profondo di una Dad forzata per gli adolescenti che hanno diritto all’istruzione, considerato che poi saranno loro a pagare i nostri debiti.
Apriamo le scuole e chiudiamo i parchi! Niente, nessuno mi sente.
E non posso che concludere con le parole del carme che più amo, il Bruto Minore di Leopardi, che esprime i miei pensieri meglio di quanto possa fare io:
In peggio
precipitano i tempi; e mal s’affida
a putridi nepoti
l’onor d’egregie menti e la suprema
de’ miseri vendetta. A me d’intorno
le penne il bruno augello avido roti;
prema la fèra, e il nembo
tratti l’ignota spoglia;
e l’aura il nome e la memoria accoglia .