I Promessi Sposi non è un romanzo d’amore, è un romanzo storico; in tutto il romanzo non vi è neppure un bacio, non un momento di passione eppure Manzoni ci tiene inchiodati alle sue pagine. Il periodo in cui colloca l’intera vicenda la storia del XVI e del XVII secolo, un periodo molto importante per la formazione dell’Europa.Vediamo insieme la linea del tempo per capire dove ci troviamo perché, ormai lo sapete, quando affrontiamo il passato è come se facessimo un piccolo viaggio nel tempo.
Questa linea del tempo vi mostra alcuni fatti importanti del 1500, quella che vi propongo adesso è “artigianale” ma riguarda direttamente noi.
La foto è un po’…lunga. Poco male, immagina di fare un tuffo nel tempo…
Chiaramente, perché il discorso non sia noioso e tedioso, dovete trattenere per un attimo il respiro, chiudere gli occhi e immaginare di essere dei giornalisti in missione nei tempi antichi.
Dunque il vostro atteggiamento non deve essere, come si dice in Italia, “che barba, che noia” ma piuttosto “che bello! Viaggiamo nel passato!”. E il viaggio nel passato è privo di rischi perché, se le cose si mettono male, si può interrompere il video e tornare al presente.
Il 1517 è un anno cruciale per l’Europa, cruciale significa che è molto importante.
Siamo in un periodo che si chiama Rinascimento, in Italia ci sono artisti famosi e l’uomo si sente al centro dell’universo.
Nelle scorse unità didattiche che vedete in FAD, abbiamo visto Dante. All’epoca di Dante c’era Dio al centro dell’ universo.
Nel Rinascimento l’uomo è molto importante ma per poco tempo perché nel 1517 un monaco, Martin Lutero, capisce che la Chiesa pensa solo ai soldi e si ribella.
Accanto agli artisti, sempre bravissimi, si apre un periodo molto buio in cui ci si ammazza in nome della religione e della verità: sangue e arte.
La Chiesa decide di rinnovarsi, di essere più seria, ma non vuole più essere messa in discussione e fa una riforma durissima, decide inoltre di punire tutti i sapienti e gli scienziati che mettono in discussione la Bibbia.
La situazione si fa serissima quando comincia pure la guerra! Tra il 1618 e il 1648 scoppia la guerra dei Trent’anni. Pensate che vuol dire:30 anni di guerra! Aiuto!
Genova, in questo periodo così difficile, avendo perso il suo ruolo sul Mediterraneo che era in mano ai Turchi e al terribile Dragut, un pirata .
La nostra città riuscì a trasformare i suoi uomini da marinai e commercianti a banchieri! Si parla infatti de El siglo de los Genoveses poiché i Genovesi prestavano i soldi agli Spagnoli, potenti ma spendaccioni.
Questo periodo è molto interessante ed è piaciuto a uno scrittore del 1800, uno scrittore molto religioso ma molto critico nei confronti della società del Seicento. Egli denuncia soprattutto il fatto che per il popolo era molto difficile ottenere giustizia perché il mondo era in mano ai prepotenti!
Manzoni è importantissimo perché, se Dante ha inventato la lingua della poesia, lui ha inventato la lingua dei romanzi. Prima di Manzoni, i romanzi erano scitti soprattutto dagli Inglesi e dalle scrittrici inglesi (che se poi decidevano di sposarsi smettevano di scrivere romanzi poiché pentole e arte non vanno molto d’accordo!). In Italia non c’era nessuno che scrivesse romanzi così appassionanti, noi eravamo soprattutto pittori, scultori e poeti.
Manzoni, che parlava meglio il francese dell’italiano, ci riesce.
La lingua del Manzoni
E di che cosa ci parla? Guardate il video.
Ora io qui vi lascio una lettura guidata di alcuni passi così vi esercitate a leggere e ad ascoltare la lingua italiana. All’interno degli epub ci sono anche alcuni esercizietti che vi aiutano a capire se avete capito.
It’ a long long novel, good if you can’t go out.
Così il giorno dopo Renzo ha un’amara sorpresa.
Perpetua però non può sopportare che ci vada di mezzo il suo padrone
E a questo punto cosa pensa il nostro Renzo? Perché Lucia non gli ha detto nulla? E Don Abbondio? Ma come si permette? E chi è mai quel prepotente?
E’ davvero il caso di sapere la verità, qualunque essa sia!
Però che Lucia si sia rivolta a Padre Cristoforo e non a Renzo e a sua madre è strano. Chi è Padre Cristoforo? E’ il confessore di Lucia e a quei tempi, in cui la psicologia non esisteva, il confessore ti aiutava a capire i tuoi pensieri e, a volte, a trovare la soluzione. E se non la trovavi tu, ti aiutava lui.
A differenza di Don Abbondio, Padre Cristoforo rappresenta la parte buona della Chiesa; be’, non si tratta di un tipo qualunque: ha un passato con delle ombre ma riesce, nel buio, a trovare la sua luce, a differenza di altri o altre che vedremo dopo…
Dicevamo, si tratta di un uomo coraggioso e decide di affrontare Don Rodrigo, seguitemi così conosciamo il cattivo della storia!
Padre Cristoforo contro Don Rodrigo
Dunque la spedizione non ha l’esito sperato e Renzo e Agnese che, con grande fatica, convincono Lucia a tentare un matrimonio segreto, portandosi come testimoni due ragazzi che sono in debito con Don Abbondio!
Ora, se hai capito bene, prova a guardare questo video; qui, Alberto Sordi, uno dei più famosi attori comici italiani, interpreta Don Abbondio nella notte degli imbrogli.
Senza saperlo, Agnese e Renzo, pur combinando un pasticcio, salvano Lucia che, se fosse rimasta a casa, sarebbe caduta nella bocca del lupo…
Don Rodrigo infatti cerca di rapire Lucia ma la casa delle due donne è vuota. Così quei birbanti non trovano Lucia ma Menico, un ragazzino che era stato inviato da Padre Cristoforo a Lucia per avvertirla del pericolo.
Dunque i nostri tre amici (perché ormai li conosciamo un po’) sono costretti, proprio come voi, a lasciare il loro paese.
Oltrepassato il lago, Renzo e Lucia si dividono. Noi seguiamo Lucia.
Dove va? Cosa le succede?
Gertrude era stata costretta dal padre a diventare monaca…
Quindi, a differenza di Padre Cristoforo, la povera Gertrude non ha trovato pace perché nel Seicento era meglio, se donne, nascere tra le braccia del popolo come Lucia: meglio la fame che un destino odioso!
Qualcuna riusciva a ribellarsi, non mancavano donne determinate, ma quanta sofferenza!
E Don Rodrigo che fine fa? Rinuncia a Lucia? I potenti non sono mai soli e qui entra in gioco un nuovo personaggio: l’Innominato.
E qui concludo questa prima parte, rimandandovi alla seconda per la conclusione del romanzo.
Rosa Johanna Pintus