Padre Cristoforo e Don Rodrigo

Prima di leggere il colloquio tra Padre Cristoforo e Don Rodrigo, vorrei che prestaste attenzione alla grammatica.

DUE REGOLETTE DI GRAMMATICA

Prima di leggere il testo, presta attenzione ai colori:

i colori non li vedete su questo testo ma sull’epub che potete aprire dal link.

Il rosso indica le parole che forse non conosci (lessico);

il giallo indica un verbo: di che modo si tratta ? Ve lo chiedo negli esercizi!

Cosa e come, in azzurro, sono due parole invariabili che si usano per introdurre la domanda.

Ora vi mostro in che modo si usano.

Quando andavo a scuola io, non si poteva utilizzare la parola “cosa” (thing/chose) per introdurre una domanda.

Cosa, nel significato thing/chose, è un nome femminile e variabile: la cosa/le cose.

Ma utilizzata in una domanda significa semplicemente What/Quoi.

Ai miei tempi (a long time ago!) occorreva scrivere sempre CHE COSA per introdurre la domanda.

Che cosa è diverso dalla parola “cosa”:

Che cosa fai?

Che cosa vuoi?

Che cosa è un pronome interrogativo e ha quattro fratellini: chi, che, quale, quanto.

Se questi pronomi sono seguiti dal punto di domanda, sono pronomi interrogativi;

se questi pronomi sono seguiti dal punto esclamativo, sono pronomi esclamativi.

Guarda gli esempi:

Che fai? >pronome interrogativo.

Che stress!> pronome esclamativo.

Quanti anni hai?>pronome interrogativo.

Quanta fame!>pronome esclamativo.

Oggi nessun professore segnerebbe errore l’utilizzo di cosa senza il che, lo potete fare.

Che cosa vuoi?> formale.

Cosa vuoi?> non formale ma colloquiale.

Posso anche dire:

che vuoi?>diretto nella lingua parlata.

La parola COME è più difficile, come può essere:

  • un avverbio interrogativo;
  • un avverbio esclamativo;
  • una congiunzione!

Esempi:

Come stai?>avverbio interrogativo;

Come mi mancate!>avverbio esclamativo;

Dimmi come stai>congiunzione subordinante;

Ti parlo come farei con mio figlio= nel modo in cui farei con mio figlio>congiunzione modale;

Come finisce il Coronavirus, facciamo una grande festa.>congiunzione temporale, in questo caso significa quando.

Esercizio

Padre Cristoforo, il confessore di Lucia, ascolta le ultime tristi vicende di cui la ragazza è stata vittima.

Che Don Rodrigo arrivasse fino a quel punto non se lo aspettava neppure lui.

Cosa fare?

Come aiutare i tre sventurati che gli chiedevano aiuto?

Come calmare Renzo, pronto ad affrontare il terribile Don Rodrigo?

Padre Cristoforo non è come Don Abbondio, ha un carattere completamente diverso:

Don Abbondio è un vigliacco, Padre Cristoforo è un coraggioso.

Qui state attenti ai nomi alterati!

Il palazzotto di Don Rodrigo si trovava in cima a un colle e dominava tutto il villaggio. Le casupole dei contadini che lavoravano per Don Rodrigo erano in basso, vicino al lago.

I personaggi che si incontravano vicino al palazzotto, erano dei brutti ceffi, degli omacci sempre pronti a litigare.

Don Rodrigo stava mangiando nel suo salone, con lui c’erano gli uomini più conosciuti di quel villaggio: mangiavano, bevevano, ridevano e prendevano un po’ in giro il padre Cristoforo, invitandolo a mangiare e bere con lui.

Finalmente Don Rodrigo accetta di parlare con Padre Cristoforo.

Ora vi scrivo che cosa si sono detti!

“Che cosa posso fare per lei?„ disse don Rodrigo, piantandosi in piedi nel mezzo della sala. Il suono delle parole era tale; ma il modo con cui erano proferite (dette),voleva dire chiaramente: bada a chi stai davanti, pesa le tue parole, e sbrigati.

Per far coraggio a padre Cristoforo non v’era mezzo più sicuro e più spedito che apostrofarlo con piglio arrogante (parlare con lui in modo poco rispettoso).

“Vengo a proporle un atto di giustizia, a supplicarla (pregarla)d’una carità. Certi uomini di mal affare hanno usato il suo nome per far paura ad un povero prete e lo hanno convinto a non celebrare (fare)il matrimonio di due innocenti. Lei, Don Rodrigo, può con una parola rimettere tutto nell’ordine, e sollevare quelli a cui è fatto così gran torto. Lo può; e potendolo ….. la coscienza, l’onore ….. „

“Ella mi parlerà della mia coscienza, quand’io crederò di chiedergliene consiglio. Quanto al mio onore ella ha da sapere che il custode ne sono io, ed io solo; e che chiunque ardisce ingerirsi a divider con me questa cura, io lo riguardo come il temerario che l’offende.„

“Se ho detto cosa che le dispiaccia(cosa che non le fa piacere),certo, ciò è accaduto contra ogni mia intenzione. Mi corregga pure, mi riprenda se non so parlare come si conviene; ma si degni ascoltarmi. Per amor del cielo, per quel Dio al cui cospetto(davanti a cui) tutti dobbiamo comparire …..„

“Non si ostini a negare una giustizia così facile, e così dovuta a dei poverelli. Pensi che Dio ha gli occhi sempre sopra di loro, e che le loro imprecazioni (preghiere che chiedono giustizia)sono ascoltate lassù. L’innocenza è potente al suo …..„

“Eh padre!„ interruppe bruscamente (in modo violento) don Rodrigo: “il rispetto che io porto al suo abito è grande: ma se qualche cosa potesse farmelo dimenticare, sarebbe il vederlo indosso ad uno che ardisse di venire a farmi la spia in casa.„

Questa parola fece salire una fiamma sulle guance del frate: ma col sembiante di chi inghiotte un’amarissima medicina, egli riprese:

Mi ascolti, signor don Rodrigo; e faccia il cielo, che non venga un giorno in cui si penta di non avermi ascoltato. Non voglia ripor la sua gloria …. qual gloria, signor don Rodrigo! qual gloria dinanzi agli uomini! E dinanzi a Dio! Ella può molto quaggiù: ma …..„

“sa ella che quando mi viene il ghiribizzo di sentire una predica, so benissimo andare in chiesa, come fanno gli altri? Ma in casa mia! Oh!„ e continuò con un sorriso forzato di scherno: “ella mi tratta per da più ch’io non sono. Il predicatore in casa! Non l’hanno che i principi.„

“E quel Dio che domanda conto ai principi della parola che fa loro intendere nelle loro reggie, quel Dio che le fa ora un tratto di misericordia mandando un suo ministro, indegno e miserabile, ma un suo ministro, a pregare per una innocente …..„

“In somma, padre,„ disse don Rodrigo, facendo atto di partire, “io non so quello, ch’ella si voglia dire: non capisco altro se non che vi debb’essere qualche fanciulla che le preme assai. Vada a fare le sue confidenze a chi le piace; e non si prenda la sicurtà d’infastidire più a lungo un gentiluomo.„

Al muoversi di don Rodrigo, il frate s’era mosso, gli si era posto riverentemente dinanzi, e levate le mani come per supplicare e per trattenerlo ad un punto, rispose ancora: “Lucia mi interessa, è vero, ma non più di lei; siete due anime che entrambe mi premono più del mio sangue. Don Rodrigo! Io non posso fare altro per lei che pregar Dio; ma lo farò ben di cuore. Non mi dica di no: non voglia tenere nell’angoscia e nel terrore una poverella innocente. Una parola di lei può far tutto.„

“E bene, le consigli di venirsi a mettere sotto la mia protezione. Non le mancherà più nulla, e nessuno ardirà inquietarla, o ch’io non son cavaliere.„

A questa proposta , l’indignazione del frate trattenuta a fatica fino allora, traboccò. Tutti quei bei propositi di prudenza e di pazienza svanirono: l’uomo vecchio si trovò d’accordo col nuovo; e in quei casi fra Cristoforo valeva veramente per due.(significa: Padre Cristoforo è di nuovo Lodovico) “La vostra protezione!„ esclamò egli, dando indietro due passi, appoggiandosi fieramente sul piede destro, mettendo la destra sull’anca, levando la sinistra coll’indice teso verso don Rodrigo, e piantandogli in faccia due occhi infiammati: “la vostra protezione! Bene sta che abbiate parlato così, che abbiate fatta a me una tale proposta. Avete colma la misura; e non vi temo più.„

ATTENZIONE: esce il vero animo di Don Rodrigo che comincia a dare del tu a Padre Cristoforo.

“Come parli, frate?„

“Parlo come si parla a chi è abbandonato da Dio, e non può più far paura. La vostra protezione! Io sapevo bene che quella innocente è sotto la protezione di Dio; ma voi, voi me lo fate sentire ora con tanta certezza che non ho più bisogno di riguardi a parlarvene. Lucia, dico: vedete come io pronunzio questo nome colla fronte alta, e cogli occhi immobili.„

“Come! in questa casa …..?„

“Ho compassione di questa casa: la maledizione le è sopra sospesa. State a vedere che la giustizia di Dio avrà rispetto a quattro pietre e a quattro sgherri. Voi avete creduto che Dio abbia fatta una creatura a sua immagine per darvi il diletto di tormentarla! Voi avete creduto che Dio non saprebbe difenderla! voi avete sprezzato il suo avviso! Vi siete giudicato. Il cuore di Faraone era indurato quanto il vostro, e Dio ha saputo spezzarlo. Lucia è sicura da voi: ve lo dico io povero frate; e quanto a voi, sentite bene quello che io vi prometto. Verrà un giorno ….„

Don Rodrigo era fin allora rimasto tra la rabbia e la maraviglia attonito, non trovando parole; ma quando sentì intonare una predizione, un lontano e misterioso spavento s’aggiunse alla stizza. Afferrò rapidamente per aria quella mano minacciosa, e levando la voce per troncar quella dell’infausto profeta, gridò: “levamiti dinanzi, villano temerario, poltrone incappucciato.„

Queste parole così precise, acquietarono in un momento il padre Cristoforo. All’idea di strapazzo e di villania era nella sua mente così bene e da tanto tempo associata l’idea di sofferenza e di silenzio, che a quel complimento gli cadde ogni spirito d’ira e di entusiasmo, e non gli restò altra risoluzione che di udire tranquillamente ciò che a don Rodrigo piacesse di aggiungere.

“Villan rifatto!„ proseguì don Rodrigo: “tu tratti da par tuo. Ma ringrazia il saio (vestito da prete) che ti copre codeste spalle di paltoniere, e ti salva dalle carezze che si fanno ai pari tuoi, per insegnar loro a parlare. Esci con le tue gambe, per questa volta: e la vedremo.„

Così dicendo, additò con impero sprezzante una porta opposta a quella per cui erano entrati; il padre Cristoforo chinò il capo, ed uscì, lasciando don Rodrigo a misurare a passi concitati il campo di battaglia.

Comprensione del testo

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