Ci sono alcuni sport, come la danza sportiva, di cui non si parla: i giornali ci raccontano del dramma delle imprese, dell’incubo delle scuole chiuse (che costringono i genitori a fare i genitori), della crisi del turismo, della perdita d’immagine dell’ Italia (avevamo un’immagine?).
L’economia, di gran lunga più importante delle persone, è in forte sofferenza e il Governo emana decreti talora contraddittori, pressato sia dagli avversari politici sia da un virus che desta comprensibile panico.
Gli imprenditori accusano, additano e incombono come giudici severi su una politica asservita alla finanza; uno dei problemi di scottante attualità è il calcio: potranno i tifosi andare allo stadio? Potrà giocare la Roma? Potrà la Juventus festeggiare?
Il calcio, il “panem et circenses” che seda i coatti, non è l’unico sport che si pratica in Italia. Tuttavia il calcio, a porte aperte o a porte chiuse, sopravviverà perché ha le sue risorse, le sue vacche grasse. In questo momento distopico il mio pensiero va a quelle attività meno conosciute che muovono esse pure l’economia del Paese ma che sono ignorate dalla massa, in particolare penso alla danza sportiva le cui competizioni sono state azzerate dal Coronavirus.
Ma che cos’è la danza sportiva?
La danza sportiva è, in primis, danza e cioè una racconto artistico-coreografico; a differenza della danza che praticavo io, nella danza sportiva vi sono regole ben precise sui tempi, sui costumi, sulle scenografie, sull’esecuzione.
Non è stato facile per me accostarmi a questo mondo poiché, per conto mio, la danza ha la sua ragion d’essere in teatro; eppure, seguendo le mie figlie, mi sono resa conto di come il racconto coreografico riesca ad essere completo anche in un qualsiasi palazzetto dello sport e senza l’ausilio di luci e gelatine.
La narrazione deve dunque essere perfetta, pulita, avvincente. Mia figlia, la più grande, per arrivare a questo si allena tutti i giorni e passa dalle due alle quattro ore in palestra.
Oggi avrei dovuto accompagnare le mie figlie a Calenzano e, probabilmente, ci saremmo andate in pullman perché, trasportare una squadra e le relative scenografie è tutt’altro che semplice: noi, tifosi della danza sportiva, dobbiamo essere in grado di montare, smontare, truccare i danzatori-atleti, siamo coinvolti e immersi in quest’attività sconosciuta ai più.
In tempi di Coronavirus questo settore, come gli altri, è in evidente sofferenza economica: le gare sono ferme, le palestre sono chiuse (per cui gli insegnanti non lavorano), i pullman non partono, i palazzetti non aprono.
Il comunicato della FIDS è chiaro e logico:
In merito alle ordinanze proclamate dal Governo attraverso il Ministero della Salute d’intesa con i Presidenti delle Regioni Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna e Liguria, che prevedono lo stop alle “manifestazioni ed eventi e di ogni forma di aggregazione in luogo pubblico o privato anche di natura sportiva” per i casi sanitari di CoronaVirus registrati in questi giorni, la FIDS comunica a tutti i tesserati che i prossimi eventi federali in programma sono sospesi e rinviati a data da destinarsi. Convocata a breve una taskforce per analizzare la situazione e fornire informazioni specifiche.
Sono sospesi con effetto immediato:
- Corso di formazione per tecnici federali (recupero) che si sarebbe dovuto tenere nei giorni 28-29 febbraio e 1 marzo a Bentivoglio (BO);
- Corso di formazione ed allineamento qualifiche tecniche (ex FAD) che si sarebbe dovuto tenere nei giorni 29 febbraio e 1 marzo a Bentivoglio (BO);
- Congresso di aggiornamento ed esame danze filuzziane che si sarebbe dovuto svolgere a Budrio (BO) il 1 marzo;
- Campionato Regionale Marche, Toscana e Veneto Danze Folk Romagnole e il Campionato Regionale Emilia Romagna Danze di Coppia che si sarebbe dovuto svolgere dal 29 febbraio al 1 marzo a Burdio (BO)
- Campionato Regionale Piemonte e Valle d’Aosta Danza di Coppia in programma dal 29 febbraio al 1 marzo a Biella (BI).
Tra le mille ordinanze emanate in questo periodo, ve n’è una che cozza con le altre: scuole chiuse ma palestre private aperte.
La FIDS Liguria ha dunque consigliato alle società sportive che ne fanno parte di sospendere anche gli allenamenti poiché il contagio non avviene necessariamente solo a scuola.
Mi chiedevo dunque questo: quali misure adotterà il governo perché le piccole società non falliscano?
Chi cadrà in piedi dopo questa crisi?
Rosa Johanna Pintus