Il filo sottile della rimozione

Riunione in casa mia stasera, come ai vecchi tempi: Hermes Movie che discute, che si confronta.

La mia mente va ad allora: la zona rossa, la zona gialla, la zona verde (o era bianca?)… comincio a dimenticare. Forse perché di lì a poco tutto si è oscurato per me, per la mia famiglia: un incubo.

Prima c’era stata la gloria: ero una delle poche in grado di fare lezione in Dad ed ero osannata come Cristo nella domenica che precede le Palme. Poi…

Ricordo un tuffo che rifiutai di fare a Malta in Erasmus: il mio amico Peter deluso.

Perché non ti fidi? Lo stiamo facendo tutti…

Peter e i miei amici polacchi si sono vaccinati.

Io non mi fido, ho sempre odiato i tuffi, figuriamoci quello che mostra altri scogli sotto l’acqua limpida!

Il Covid imperversava a Malta e in effetti lo presi in modo del tutto asintomatico, me ne accorsi in Italia.

Ma quel Covid lì già avuto non mi avrebbe protetto da nulla. Portai avanti il mio lavoro in classe con la mascherina d’ordinanza; insegnavo italiano agli stranieri, immaginatevi un po’ come! Per imparare la lingua occorre vederla la lingua!

Quell’anno vagò tra zone variopinte, mio figlio era in Dad per il secondo anno consecutivo: privato del diritto allo studio e i risultati emergono adesso con una pagella mediocre nell’anno della maturità. La Dad è stata una vera e propria selezione naturale che ha lasciato vivi solo gli amanti dei libri.

Queste cose comunque le ricordo quasi con chiarezza, il filo della rimozione s’insinua invece sotto il governo Draghi.

Fine 2021 e inizio 2022. La prima volta che la TV “mi caga”: non per i libri che scrivo ma in quanto pericolosa No Vax.

Se non fosse stato per Italexit sarei morta.

Se fosse stato per la famiglia, che mi guardava come se fossi pazza, sarei morta.

Francesco Cento, scultore sublime.

Quello che ricordo di quel 2022 è che i miei genitori mi criticavano perché non mi vaccinavo e che i miei figli mi odiavano perché non li facevo vaccinare e quindi erano esclusi dalla vita…sociale. Gli altri familiari mi guardavano con sufficienza e io li ho tagliati fuori dalla mia vita mentre con i genitori mi sono chiarita e i figli mi hanno ringraziata per aver resistito. Mio marito e il mio ex marito, nella comune idea che la mamma dei loro figli dovesse sopravvivere alla follia, si sono vaccinati pur non volendolo, lo hanno fatto entrambi al posto mio e nonostante i miei tentativi di rimandare il loro momento.

Ciò che non riesco a ricordare è come io abbia potuto gestire tutte queste tensioni, come io non sia impazzita nel ritrovarmi sostituita in un attimo. Ho odiato ogni supplente che si sia prestato a questo vile gioco.

Ricordo che giravo nel disperato tentativo di ammalarmi ma non potendo prendere autobus né treni le possibilità erano fortemente ridotte.

Ricordo di aver insegnato a mia figlia a far dei grandi sorrisi ai controllori affinché non le chiedessero il green pass! Ma mio figlio andava e tornava a piedi.

Ricordo di aver riso e pianto insieme su una panchina al gelo, col caffè nel bicchiere di carta, mentre dentro al bar un cane era seduto al caldo vicino al suo padrone col green pass.

Ma si tratta di episodi, non rivivo tutto, il desiderio di dimenticare è forte, lo sforzo di ricordare è necessario.

Quel cane seduto nel bar è la mia immagine di dittatura.

Questa

mattina.

è muta

di

pensieri:

sto fuori

dal mio

bar

e

guardo

il cane

non

vaccinato

della

ragazza

vaccinata

dentro

al caldo .

Divengo

un Pierrot

dal riso

amaro

e la

lacrima

ferma.

sul viso:

dura

lex

sed

lex.

Alessandra Giordano


Scuola: the year after, l’anno dopo i fuchi

Si avvicina l’inizio del nuovo anno scolastico, il terzo d.C. (dopo il Covid).

Il primo fu quello dei banchi a rotelle e del distanziamento di un metro, con dirigenti geometri, docenti che incollavano sensi unici adesivi, bidelli infermieri col termometro all’entrata.

Il secondo fu all’insegna dell’esclusione ma con l’obbligo, per i docenti, di corsi sull’inclusione, i presidi sceriffi, i bidelli poliziotti e il distanziamento di un metro “ove possibile”.

Il terzo è questo ma nulla si deduce all’orizzonte poiché ci sono le elezioni e il MI è un mistero eleusino.

Ci tengono buoni.

Ci sedano con show politici in cui compare l’immancabile Calenda e, siccome qui esisti se sei in TV, il centro esiste.

Ci va bene che la Gruber sia ancora in vacanza.

Ma, dicevo, sta per cominciare il nuovo anno scolastico, the year after dopo l’apocalisse, e io non provo nulla. Nulla.

I miei sentimenti e i miei entusiasmi sono stati congelati da una serie di docce fredde l’anno scorso. Da qui le manifestazioni, la TV, gli scioperi e la militanza con Italexit, quindi le critiche.

La TV è arrivata subito grazie a un articolo della Pedemonte, poi L’aria che tira.

La discussione con Paone, l’affondo di Costa che “mai vorrebbe per i suoi figli docenti così”.

Alunni e genitori mi studiano, mi osservano con curiosità, i colleghi con perplessità e sentimenti vari.

Ogni 48 ore presento il green pass da tampone e così fanno mio marito e il mio ex marito, spendiamo capitali in farmacia.

Anche i figli devono sottoporsi a tampone per prendere i mezzi e per andare in palestra: altri soldi.

Il Governo si illude che prima o poi capitoleremo, sa che siamo sottopagati. Come possono sopravvivere i sanitari? Come i docenti?

Resistiamo, è un fatto. Non ci ammaliamo di Covid, è un altro fatto.

Arrivano le leggi fascistissime, fascistissime in senso proprio: un parlamento che non legifera, un governo che decide.

La fascista è la Meloni?

Casa Pound è fascista?

Non posso più entrare a scuola, neppure con dieci tamponi al minuto.

Sui gruppi FB dei docenti c’è chi esulta, chi dice che era l’ora.

Bastardi, penso.

La supplente arriva presto, non sono necessaria, è brava ma ha un altro metodo di lavoro. Io non so neppure se riuscirò a tornare a scuola e, nel dubbio, cerco un altro lavoro che trovo perché dopo due anni di Dad, nel delicato passaggio tra la seconda e la terza superiore, i ragazzi annaspano.

Inizio a insegnare greco e latino privatamente e sbarco il lunario.

Le critiche sono ghiaia sulle ferite.

Quelle dell’entourage familiare più forti: “Vuoi essere al centro dell’attenzione”, “Fai i capricci”, “Vaccinati altrimenti lasci degli orfani”, “Vaccinati perché hai il dovere di mantenere i tuoi figli,” “Vaccinati perché i miei professori sanno che sei una no vax”, “Vaccinati perché non cambierai il Sistema”.

Resisto. Mio marito no. Il mio ex marito no. Per una volta concordi ci pensano loro: “Combatti: i soldi più o meno ci sono.” Guerriera grazie a due sponsor, direte voi.

Sicuramente più fortunata di altri: questa battaglia la combattono le donne perché gli uomini si sacrificano. E si sacrificano perché il loro stipendio è maggiore.

Le femministe lo possono riconoscere il sacrificio di quelli che definiscono semplici fuchi?

Le femministe dove sono? Oggi sono tutte “My body, my choise”, dov’erano l’anno scorso?

L’autodeterminazione di una madre per proteggere i figli da un vaccino ottenuto da feti uccisi non conta.

Meglio difendere l’aborto: il traffico dei feti rende soldi alle multinazionali.

Io credo sia meglio insegnare l’utilizzo del preservativo ma forse sono troppo antica.

Le stesse femministe guardano Juno, che non abortisce ma trova un’altra soluzione.

Che anno sarà questo?

Chi vivrà vedrà. Io ho imparato ad esser più dura e non farò sconti a scuola perché l’unica possibilità che hanno i nostri ragazzi per non divenire schiavi è quella di imparare a pensare in modo critico.

Alessandra Giordano


L’Ucraina come Elena di Troia

Da otto anni l’Ucraina è in guerra, un conflitto fratricida che vede da un lato i filorussi e dall’altro i filoeuropei. Viktor Janucovyc, il presidente, non potendo vincere, lascia il Paese.

Putin non ci sta: le proteste sono state finanziate dagli Stati Uniti che vogliono circondare la Grande Russia di basi missilistiche occidentali quando la Nato, caduto il Muro di Berlino, non avrebbe più senso di esistere.

Invece esiste e attira a sé gli ex paesi del patto di Varsavia! I guerrafondai sono loro, pensa Putin, e non ha torto, agli Americani l’Ucraina interessa quanto ad Agamennone interessava Elena di Troia: non per le sue grazie il re dei re sacrificò la figlia Ifigenia!

Per gli Usa Ucraina significa Europa, significa mettere in scacco matto l’avversario di sempre, significa creare ansie e difficoltà alla Cina.

L’Ucraina, ahimè, non conta: la partita è un’altra. E in effetti Volodymyr Zelen’skyj viene interpellato pochissimo, il suo curriculum di comico e di sceneggiatore ce lo mostra nella fragilità di un Nerone che suona l’arpa tra le fiamme del suo Paese.

Non può far nulla ora Zelen’skyj, presidente odiato dal Donbass, simpatizzante dell’estrema destra e filonazista nonostante le sue origini ebraiche. Zelen’skyj è un mistero di cui sappiamo troppo poco per poter osare un qualsiasi giudizio ma possiamo comunque osservare un fatto inconfutabile: manipolato e manovrato dagli Stati Uniti, ha osato l’inosabile pensando che sarebbe stato aiutato dalla Nato in caso di guerra.

Invece Zelen’skyj e l’Ucraina erano l’esca perfetta per innescare una guerra senza sparare un colpo. Il fatto è che, perché un intervento sia giustificato, occorrono delle vittime sacrificali: Agamennone sacrificò la figlia Ifigenia, la Nato gli Ucraini (meglio ancora se donne o bambini).

L’aiuto della Nato è prudente: arrivano armi, non arrivano uomini. Quali costi avranno queste armi? Nulla è gratis.

In tutta questa vicenda colpisce la completa sudditanza dell’Europa, la sua assurda incoerenza.

Perché c’è un fatto. Un gasdotto, il Nord Stream 2, costruito già al 95%, è voluto da Russi ed UE. La Germania in particolare ne conosce l’importanza economica; gli Ucraini invece sono da sempre contrari a questa soluzione poiché guadagna dal passaggio del gas nel suo territorio mentre il Nord Stream 2 riuscirebbe ad aggirare il Paese.

Cambiato il Governo in Germania, cambiano gli interessi e, con un atto del tutto suicida, la Germania rinuncia a un gasdotto già costruito. Un gasdotto non voluto da Biden, presidente a cui sfuggono alcune pagine dei libri di storia ma che deve aver letto avidamente il primo Ken Follet: la guerra fredda è terminata e con questa la ragion d’essere della Nato.

La Nato però c’è ed è spaventosamente aggressiva, a Putin non resta altro che ricostituire, per difendersi, il Patto di Varsavia e non esclude (lo sappiamo chi è Putin) la forza.

In tutto questo i già poveri civili ucraini sono l’effetto collaterale da mettere in conto: una massa, e quindi un nulla, di gente sacrificabile per Putin, Biden, Zelen’skyj.

L’unica differenza rispetto alle Troiane di Euripide è che almeno molte donne ucraine sono in salvo in Italia.

Alessandra Giordano


Necessitas non habet legem, sed ipsa sibi facit legem: i motivi d’urgenza come semplificazione nella P.A.

La politica delle emergenze ha fatto scacco matto relegando la democrazia all’angolo.

La partita non è stata breve né veloce né improvvisa: le sedici pedine nere hanno cominciato l’avanzata in maniera silente ed attenta tanto che i sostenitori del re bianco non ci hanno neppure fatto caso. Del resto Simone Nardone ricorda che

Il vero politico va istruito con gli scacchi e con il poker poiché strategia e bluff concorrono alla vittoria.

Simone Nardone

La verità, ne parlavo con l’amica Chiara Fasce, attivista ben prima di me, è che all’inizio non ci siamo quasi accorte di nulla mentre adesso il passato è così leggibile, così evidente da ricordare l’ultimo capitolo de La Recherche di Marcel Proust (senza la lettura del quale non si comprende il significato del romanzo).

Il Concorso DS

La prima volta che ho letto in calce a un documento “per motivi di urgenza” mi trovavo in Emilia Romagna. Mia figlia Partecipava ai campionati nazionali di danza sportiva e noi alloggiavamo in una roulotte al Camping delle Rose. All’epoca di Coviddi non ce n’era davvero e neppure li si immaginava. Avevo una ferita quell’anno, ha ragione il poeta Gianni Priano, ma la leccavo come un gatto sornione al sole: avevo partecipato al concorso per DS, avevo superato la prima prova, non la seconda; per assurdo ero stata coinvolta dalla mia amica Giuliana Della Valle in un progetto senza precedenti: la stesura di un manuale per concorsi perché, a sua detta, scrivevo bene.

Il manuale, Mare Magnum, pubblicato due anni fa con tanta fatica e dedizione fu il più bel brainstorming a cui mi sia mai trovata a partecipare in un momento in cui il Ministero della Pubblica Istruzione voleva dividerci a tutti i costi in vincitori e ricorrenti nella logica del divide et impera.

Pur lavorando al progetto e non essendo in alcun modo negativa nei confronti dei colleghi vincitori, il risultato del Concorso non mi convinceva tanto più che coloro i quali non avevano superato la prima prova erano riusciti, tramite ricorso, ad essere ammessi alla terza prova.

E noi? Noi che avevamo superato la prima prova ma non la seconda?

Molti colleghi erano davvero preparati e risultava impossibile credere che non avessero superato la prova scritta; in breve, delusi dai sindacati, istituimmo il Comitato Trasparenza è Partecipazione e ci attivammo alla ricerca della verità.

Uno dei numerosi ricorsi al Tar ottenne la seguente sentenza:

Il ricorso va accolto a seguito della riconosciuta fondatezza della doglianza che ha contestato la legittimità dell’operato della commissione plenaria nella seduta in cui sono stati fissati i criteri di valutazione, con conseguente annullamento in toto della procedura concorsuale in questione.

Giudici del Tar del Lazio

La sentenza del Tar venne immediatamente sospesa dal Dicastero ; l’allora Miur depositò l’appello al Consiglio di Stato

con richiesta di sospensione dell’efficacia della sentenza per ragioni di necessità e urgenza.

Ebbene quindi il Tar si era interrogato sulla legittimità del concorsone ma il Ministero della Pubblica Istruzione ne annullava, di fatto, la sentenza per ” ragioni d’urgenza” .

Pensai che la politica fosse un magna magna e che questa ragione in calce al documento fosse un vulnus nel diritto ma poi passai ad altre questioni: la vita all’epoca andava avanti e, a dirla tutta, un anno dopo il Consiglio di Stato annullò la sentenza di annullamento del Tar dando ragione ai vincitori con buona pace di tutti.

Il problema non è capire chi avesse ragione ma comprendere se la ragion di Stato valga di più della Costituzione e dei passaggi giuridici necessari alla ricerca della giustizia in una democrazia.

Il mito dello snellimento della burocrazia

Perché di fatto è dagli anni Novanta che ci siamo assuefatti a questa comoda dicitura confermata da Bassanini.

L’utilizzo di provvedimenti extra ordinem era stato ritenuto importante per la competitività del nostro lento sistema burocratico che doveva rigorosamente allinearsi ai parametri di Maastricht.

E c’è stata una corsa alla semplificazione guidata dall’EIPA.

Un procedimento amministrativo va però motivato da un lato per consentire alla cittadinanza di controllare l’operato della pubblica amministrazione, dall’altro consente al privato, che si ritiene leso dall’attività amministrativa, di impugnare il provvedimento, contestando il merito delle motivazioni (oltre a poter contestare eventuali violazioni di legge, di forma o di competenza).

Per tali motivi ogni provvedimento amministrativo deve essere motivato. Le uniche eccezioni sono rappresentate dagli atti normativi e da quelli a contenuto generale, entrambi espressione di discrezionalità politica e non amministrativa (art 3 Legge sul procedimento amministrativo).

Ora, io non sono una giurista e cerco di barcamenarmi in questa materia complessa, temo tuttavia la discrezionalità politica e tutto ciò che da questa può derivare.

La Legge n 241/1990 impronta tutta l’azione della p.a. ai famosi criteri di economicità, efficienza ed efficacia che annullano qualsiasi pensiero critico.

Le norme giustificate dalla necessità però danneggiano in modo indelebile la democrazia: quali circostanze, non previste e non prevedibili, possono imporre l’ adozione di misure straordinarie atte a fronteggiare situazioni di emergenza?

L’utilizzo di continue deroghe agli articoli della nostra Carta va, per conto mio, ad oscurare quel principio di trasparenza e pubblicità che dovrebbe rendere il cittadino partecipe al dialogo con le istituzioni che lo rappresentano e colloca le istituzioni stesse in una torre d’avorio inaccessibile.

Presupposti pericolosi

I presupposti di questo modus operandi sono “i casi straordinari” e “la necessità e l’urgenza”, laddove per caso straordinario si debba intendere ogni fatto imprevedibile, naturale o sociale, che metta in pericolo la vita, l’incolumità o i beni della persona ( un terremoto, un’alluvione, una guerra); necessità ed urgenza offrono al governo la possibilità di non affrontare l’iter parlamentare; da qui deriva l’utilizzo di un linguaggio bellico e il ricorso alla figura di un grande generale in materia di sanità.

Lo Stato di guerra è il presupposto per il conferimento, da parte del parlamento deliberante, dei poteri necessari e straordinari al Governo. Questo era avvenuto con Conte, non ricordo sia avvenuto nella stessa maniera con Draghi ma forse mi sono distratta.

Per l’attuale governo dalle larghe intese l’utilizzo del decreto legge è manna dal cielo: come potrebbe un uomo abituato ad essere solo al comando, più generale del generale stesso, accettare la dialettica del Parlamento e delle quaestiones disputatae?

Disporre sospensioni al diritto ordinario è più semplice e chi non accetta l’ ipse dixit è condannato alla fame come mostra il comune destino di sanitari, poliziotti e docenti che non si sono piegati al Potere.

Speranza

Se al limite l’operato di Conte era giustificabile, considerato il panico in cui è precipitato il mondo in seguito alla Covid e la poca esperienza in materia di pandemie, l’esecutivo di Draghi non ha diritto di essere: l’uomo d’Europa ha ridotto l’Italia a un feudo in cui le stesse raccomandazioni europee sono disattese in nome di un delirio monarchico.

E l’emaciato Ministro della Salute? Sicuramente non era preparato alla vis di un potere che lo sta stritolando, tuttavia se vengono fatti degli errori vanno risarciti. Speranza è già stato giustificato per non aver aggiornato il piano pandemico in un momento di disattenzione in cui l’attuale disastro non era neppure immaginabile, momento a cui Ranieri Guerra ha cercato maldestramente di porre rimedio scomparendo dalla scena pubblica.

Nel caso del ministro Speranza non si tratta di 2500 dirigenti scolastici in concorso per un posto al sole, si tratta di un uomo che ha avuto e ha tuttora in mano il destino di un Paese e chi obiettasse che tutto sommato il nostro non è un medico e potrebbe esser stato mal consigliato, consideri che esiste la culpa in eligendo.

Ultimamente il Tar del Lazio, su ricorso di Erich Grimaldi per il Comitato Terapie Domiciliari, ha annullato la circolare ministeriale della “tachipirina e vigile attesa” in quanto avrebbe impedito ai medici di operare secondo coscienza e che avrebbe condannato a morte, perché di questo si tratta, parecchi Italiani.

Per le disposizioni in materia di Covid alcuni medici sono stati sospesi e altri vivono nel terrore di essere radiati per la semplice richiesta di una serie d’esami allergologici da prescrivere a pazienti che giustamente pretendono rassicurazioni sul proprio stato di salute.

Paradossalmente oggi l’Esecutivo spaventa più della Covid, paradossalmente oggi i sani pregano di ammalarsi per poter esercitare quei diritti costituzionali garantiti prima dello stato di emergenza.

Giorgia Meloni ha commentato con parole dure l’operato di Speranza:

La sentenza del Tar del Lazio mette una pietra tombale sull’operato del ministro Speranza, che ha la grande responsabilità di non aver mai voluto ascoltare le numerosissime esperienze cliniche portate dai medici di base: Speranza non deve restare un minuto di più.

Giorgia Meloni

Il presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini però, uno dei papabili candidati al Quirinale, ha scelto di sospendere l’efficacia della sentenza, rimandando tutto all’udienza del 3 febbraio.

Il tutto è possibile perché da due anni si agisce in regime di necessità ed urgenza in nome di un’emergenza che avrebbe potuto essere gestita diversamente se, negli anni precedenti, si fosse investito nella sanità pubblica abbandonando la mission per giungere a una sanità privata.

Ma, questo è ormai chiaro, necessitas non habet legem, sed ipsa sibi facit legem e questo è molto comodo.

Alessandra Giordano


Oi àristoi: la kalokagathìa scolastica dei migliori

Lascio la parola, per quest’articolo, all’amica Cristina Tolmino poiché io mi sento, come chi abbia vomitato per lungo tempo, priva di energia.

Spazzata via dalla cattedra come me, lascio a lei ogni commento.

Rosa J. Pintus

Certo che in due anni ne abbiamo viste di tutti i colori, dalla Dad, portata avanti dai singoli docenti come uno sforzo individuale in preda all’emotività e all’ugenza, in  nome della causa e per il bene dei ragazzi, alla scuola sicura della ministra Azzolina, con i suoi banchi a rotelle che, rapportati al contesto odierno, fanno sorridere, alla scuola sicura del ministro Bianchi, con il suo certificato verde, dalla valenza meramente  divisiva e diversiva , il cui unico fine era distrarre l’opinione pubblica da tutte le inadempienze dei vari governi che si sono avvvicendati anche prima della pandemia, dai quali mai nulla è stato fatto per provare a risolvere i problemi storici del mondo della scuola che ormai vengono elencati come una litania: classi pollaio, mancanza di spazi, carenza di organico, mancanza di sistemi per il ricambio dell’aria , problema per il quale il ministro ha emanato disposizioni esilaranti, etc. 

Ora, come evoluzione del certificato verde, per ottenere la scuola sicura tanto agognata dal monistro Bianchi, si è imposta l’ennesima umiliazione a tutto il personale della scuola con l’obbligo vaccinale, da espletarsi fino alla terza dose. 

Fallimento del certificato verde

Dal monento che il certificato verde ha fallito fin dalle sua nascita come norma di prevenzione sanitaria poiché  il controllo e il monitoraggio delle possibili infezioni hanno coinvolto solamente i non vaccinati, essendo i vaccinati liberi di contagiarsi e contagiare senza sottoporsi a tampone, si è ben pensato di rendere la scuola più sicura facendo cadere l’illusione della prevenzione sanitaria per esibire un provvedimento di legge che istituzionalizzasse la persecuzione politica per coloro che ancora non si sono decisi a cedere al ricatto dell’inoculazione fozata dietro sottoscrizione dell’immancabile  consenso volontario estorto.   

La mancata sottomissione all’accettazione dell’obbligo comporta, per il docente ribelle, la sospensione dall’insegnamento fino al momento in cui non si sarà “redento”, o comunque per non meno di sei mesi. La sospensione, precisa il decreto, non ha carattere disciplinare (nel qual caso sarebbe prevista una sorta di indennità alimentare, che al docente ribelle non spetta, in palese contrasto con l’articolo 36 della Costituzione, ma ormai non ha neanche più senso evocare la Costituzione, che è stata violata e violentata con una barbarie inaudita) , prevede che al lavoratore sospeso non sia corrisposto emolumento alcuno, e prevede, almeno per ora, la conservazione del posto di lavoro. In pratica, non si percepisce lo stipendio per sei mesi, si perdono anzianità e contributi pensionistici, ma , per ora, non si rischia il licenziamento, ma, in assenza di stato di diritto, non è scontato neanche questo.

La “sospensione”

La procedura di sopensione è macchinosa e poco chiara nella sua esecuzione, ed è scaricata interamente sulle spalle dei Dirigenti Scolastici, molti dei quali avendo già applicato a malincuore il decreto sul Green pass, dovranno vestire obtorto collo i panni di novelli kapo del XXI secolo,  convocare i loro docenti, e dire loro uno per uno “Tu si”, “Tu no”, prendendosi la responsabilità di privare molte famiglie della loro fonte di sostentamento, oltre che della loro dignità. 

Aggiungo che il certificato verde è stato un requisito essenziale per lo svolgimento, anzi, l’erogazione del servizio in presenza, un vero e proprio lasciapassare, il possesso del quale permetteva o non permetteva l’accesso al posto di lavoro; diverso è il caso del vaccino, perché esso è requisito essenziale per svolgere la professione di lavoratore della scuola, non riguarda, cioè, un eventuale contatto con un eventuale pubblico, ma riguada, invece, l’essenza stessa dell’esercizio di una professione, come fosse equivalente a un titolo di studio, o al  superamento di un concorso.

 Il certificato verde riguardava l’esercizio di una professione, il vaccino riguarda la persona in quanto lavoratore, viene a far parte integrante dell’essenza stessa della professione di chi lavora nella scuola. Sono sottigliezze, ma importanti. Rifiutare il green pass significava rifiutare l’ipocrisia della finta sicurezza con cui si imponevano condizioni per l’esercizio della professione. Rifiutare il vaccino significa rifiutare un requisito imposto per essercitare le professioni legate al mondo  della scuola. 

Appurato dunque che la pericolosità sanitaria del docente non vaccinato e sottoposto a tampone ogni 48 ore è stata in questi tre mesi di scuola nulla, poiché il docente sottoposto per obbligo a tampone è stato l’unico a controllarsi, è d’uopo cercare di capire in cosa possa risiedere la sua pericolosità, quali siano le motivazioni che permettano di giustificare un provvedimento come la sospensione e l’umiliazione della mancanza di sostentamento.  

Il docente non vaccinato non viene sospeso per motivi sanitari o disciplinari ma per motivi politici, poiché rappresenta un pericolo ideologico, perché rappresenta il dissenso, la resistenza, il pensiero critico , e questo, nella scuola dei migliori, voluta dal governo dei migliori, va abbattuto.

La scuola , in quanto feudo governativo per eccellenza, non può permettersi il dissenso, non può lasciare che chi manifesta un pensiero diverso e dissonante con quello del main stream possa essere lasciato libero di vivere con dignità, lavorare e avere una vita decorosa, la scuola deve castigare, reprimere, essere forte con i deboli e punire quei quattro “sfigati” che ancora non si sono andati a fare la puntura salvifica e mai lo faranno, nonostante tutto. 

Del resto, già nella circolare ministeriale del 27 luglio, che ha preceduto il famigerato decreto con il quale si introduceva l’obbligo del possesso e dell’esibizione della tessera verde  per accedere ai locali scolastici,  il ministro Bianchi aveva sottolineato l’importanza del ruolo del docente come promotore della campagna vaccinale, invitando gli insegnanti a farsi carico di essere  il tramite fra i giovani e il vaccino, e ognuno ha partecipato alla campagna pubblicitaria a suo modo.

Perciò saremo eliminati dalla scuola, perché non c’è posto per noi nella “scuola dei migliori”, perchè rappresentiamo un pericolo non sanitario ma ideologico, saremo ridotti alla fame per non avere accettato non una norma di precauzione sanitaria ma un ricatto politico e questo deve essere ben chiaro e manifesto, come è manifesto che la nostra “cacciata” avverrà giorno 15 dicembre, e giorno 16 dicembre si darà inizio alle vaccinazioni pediatriche, e allontanare  i docenti dissidenti è un ottimo modo per togliere un potenziale interlocutore alle famiglie che nutrano dubbi sulla necessità di sottoporre i loro bambini alla sperimentazione del siero. 

La scuola “dei migliori”

Nella nuova scuola “dei migliori”, riformattata all’insegna della censura non c’è spazio per il contraddittorio, per il confronto, per la creazione di pensiero che scaturisca dalla dialettica tesi-antitesi.

La scuola si è trasformata da luogo dell’inclusione a luogo della discriminazione, senza eclusione di colpi, nessuno è risparmiato, i primi a essere colpiti siamo stati noi adulti, poi piano piano si è giunti ai ragazzi, esclusi anche da molte attività facenti parte della vita scolastica se non in possesso di tessera verde, e si arriverà ai bambini.

La scuola, luogo in cui si realizzano la formazione e l’educazione, si è schierata scegliendo la repressione , che è antitetica all’educazione, e con la repressione pretende di insegnare l’ubbidienza, profondamente differente dal rispetto della legge, ma soprattutto, avvalla e difende un concetto di “libertà” come privilegio, di “diritti” come concessioni che si rinnovano a scadenza sotto la pressione di un ricatto, che dovrebbe fare rabbirividire chiunque abbia la responsabilità di sedere dietro una cattedra.

Cristina Tolmino


Fronte del porto

Non c’è Terry Malloy a Trieste, né a Genova, né ad Ancona: sarebbe stato comodo cedere al compromesso, alla corruzione, alla protezione di un Governo che avrebbe addirittura offerto tamponi gratis ai portuali pur di non fermare la produzione.

Forte e chiara la denuncia di Stefano Puzzer che suona, nella sostanza, in questo modo:

dentro si lavora senza alcun controllo, fanno finta di non vedere ma noi non ci accontentiamo dell’inganno.

Samer nega:

Dallo scorso 15 ottobre all’ingresso di tutti gli uffici – nelle sedi di piazza dell’Unità d’Italia, Interporto di Fernetti e Terminal Portuale di Riva Traiana – una guardia giurata controlla il green pass di dipendenti, fornitori e visitatori.

Samer

E chi tra i due possa aver ragione è per noi evidente ma lasciamo ai posteri l’ardua sentenza.

Ciò che conta è ben altro, i porti sono diventati i luoghi in cui si difende la Costituzione: una, sola e antifascista.

E i portuali, gli insegnanti, le madri, gli studenti per questo combattono: per evitare la deriva totalitaria.

La gente però non se ne accorge, ritiene fascisti coloro che dissentono e si ribellano perché

Tutti i fatti possono essere cambiati e tutte le menzogne rese vere in modo che la realtà sia solo un agglomerato di eventi in continuo mutamento e di slogan in cui una cosa può essere vera oggi e falsa domani. E ciò in cui ci si imbatte non è tanto l’indottrinamento quanto l’incapacità di vedere i fatti.

Hannah Arendt

Le parole della filosofa vittima del Nazismo sono un severo monito e, ormai, una conferma, di quanto sta accadendo in Italia, un’Italia-al pari della Grecia-ridotta a feudo di potentati economici e massoni senza scrupoli.

Il modus operandi del nostro Esecutivo lascia esterrefatti per la naturalezza con cui cambia le evidenze oggettive: da un lato la connivenza con forze chiaramente eversive, dall’altro la fredda indifferenza con cui il Ministro Lamorgese ordina alla Polizia di attaccare inermi manifestanti con gli idranti e i lacrimogeni.

Dura la condanna della Cub:

Si usa la minaccia fascista per colpire i diritti dei lavoratori. Che le cariche contro i picchetti dei lavoratori fossero già predeterminate lo si è visto quando gli agenti sono arrivati in tenuta antisommossa. Il Governo Draghi pensa di affrontare così le giuste richieste dei lavoratori?

M. Amendola, segretario nazionale della Cub

Alla violenza di questa notte cupa della democrazia gli studenti rispondono con la piazza, con i canti, con la danza.

Studentesse della secondaria di secondo grado danzano in risposta alle restrizioni a cui sono soggette.

“Danziamo perché la Piazza non è violenza, perché abbiamo subito troppo e perché la situazione sta peggiorando” affermano dopo la performance.

Non capiscono loro, studentesse del biennio, come sia possibile dover conoscere la Costituzione a scuola e vederla disattesa nella realtà. Tante le domande, tante le analogie con i periodi studiati e la risposta è agghiacciante:

Le origini del totalitarismo: cinque frasi dal libro di Hannah Arendt

il totalitarismo attinge proprio alla stupidità, alla convinzione cieca di agire per conto di uno Stato che ci ama e ci protegge.

Incredulo, Gianluigi Paragone di Italexit osserva:

“Hanno dovuto mettere insieme il Governo dei migliori con le larghe intese, per azionare gli idranti nei confronti dei lavoratori. Guardate dove siamo arrivati!”

Il senatore Gianluigi Paragone

Non tutti i cittadini ci stanno quindi, non quelli che si rifiutano di divenire sudditi di mostri finanziari che agiscono soltanto per il proprio Bene, mostri che, se pur non hanno un volto, hanno un nome:

Vanguard, Black Rock e State Street . Lo spiega bene Tiziana Alterio nel suo libro: queste forze sono l’arché del nuovo mondo green desiderato dai governi occidentali tutti e di cui Italia e Francia sono le apripista.

Ma la macchina del fango è già in azione: come si è cercato di colpire la Schilirò, ora si cerca di delegittimare Puzzer, accusato di essere un ex sindacalista (quasi fosse un reato)!

Stefano Puzzer è la testimonianza vivente che il popolo non combatte contro il vaccino ma contro l’assurda ingiustizia della tessera verde, la prova? Il portuale è vaccinato!

Tra i ribelli, quelli che forse un giorno ricorderemo come partigiani se tutto andrà bene o come nemici dello Stato se tutto andrà male, non c’è la Cgil che è passata nell’esercito dei padroni, non c’è Leu che dovrebbe difendere i lavoratori ma la Cub, Italexit, i comitati dei cittadini e un’ambigua Giorgia Meloni che, se da un lato dà speranza al popolo No Green Pass, dall’altro sorride a un Salvini ancora più ambiguo.

E che dicono i fascisti? Quelli veri e non violenti? Guardano attoniti la vittoria di un liberismo che nel ’45 aveva il volto sorridente dei soldati americani e il sapore di una cioccolata che ci avrebbe resi schiavi nel volgere di qualche decennio. Con pazienza, con fermezza il ragno neoliberista ha tessuto la sua tela.

La politica, quella vera, si fa in agorà: la piazza ateniese, luogo in cui la democrazia mosse i primi passi, è la zona di luce che preoccupa il governucolo del banchiere. Per questo la piazza va fermata e recisa, che spina nel fianco quegli intellettuali che producono pensiero, che svegliano dall’ipnosi, che raccontano la Storia!

Il professor Becchi

Che rabbia quelle professoresse che resistono!

La professoressa Alessandra Giordano

Quei sanitari sospesi che continuano a insinuare dubbi.

Silvia, la famosa farmacista dissidente invitata a parlare da Alessia, studentessa di Scienze Politiche che ha passato i primi due anni in Dad e che, senza Green Pass, non può accedere alle lezioni.

Ma soprattutto che rabbia questi portuali che non si piegano e che rischiano di sovvertire l’ordine costituito e che, da Trieste in giù, hanno intenzione di non mollare mai!

Blocco portuali | Trieste chiama e Genova risponde | Video

Rosa J.Pintus


Di tutta l’erba un Fascio? L’attacco alla Cgil come scusa per bloccare le piazze

Di una cosa certamente si è reso conto il nostro Esecutivo: i cittadini non sono sudditi.

E quindi?

Vanno fermati.

A vent’anni dagli scandali del G8 di Genova la Storia si ripete ma l’italico popolo dei “sì drags” non vede, non sente, non parla.

Le dinamiche dei Black Block di ieri sono le stesse dell’attacco alla Cgil di oggi .

E magari la Cgil neppure lo sa.

Del resto Hegel ci aveva avvertiti:

Ma ciò che insegnano l’ esperienza e la Storia è che i popoli e i governi non hanno mai imparato nulla dalla Storia.

G.W.F. Hegel

O forse i popoli non hanno imparato ma i governi han ben appreso ogni arte.

Per quanto riguarda la percezione, a Hegel mancava un tassello: la variante fondamentale (e non mi riferisco a quella del virus): ai tempi del G8 al Governo c’erano i cattivi, la Destra considerata Fascista, senza offesa per Berlusconi e per i Fascisti che non credo si riconoscano nello stesso schieramento.

L’ordinata manifestazione di Genova

Ora invece governano i bravi, i puri di cuore, coloro che pongono l’interesse collettivo al di sopra dell’individuo (o l’interesse economico di pochi conta più del popolo?).

Governa la Sinistra e tutti sono liberi e uguali, non vi siete accorti delle verdi aureole che distinguono i bravi cittadini dai reietti?

La Sinistra, brava e magnanima, rende liberi e uguali tutti: donne, diversamente abili, omosessuali, transessuali, eterosessuali con tendenze omosessuali, omosessuali con tendenze eterosessuali, neri, bianchi, gialli e robot.

Tutti uguali se in possesso di green pass.

Le donne, i diversamente abili, gli omosessuali, i transessuali, gli eterosessuali con tendenze omosessuali, gli omosessuali con tendenze eterosessuali, i neri, i bianchi, i gialli e i robot privi di green pass stanno peggio di prima perché oltre alle discriminazioni patiscono la fame.

La Sinistra però lo fa per il nostro bene, ci mancherebbe! E in piazza ci vanno i bimbi capricciosi che non vogliono la medicina amara. Il fatto è che, tra questi bimbi capricciosi, molti appartengono al Partito Comunista, a Potere al Popolo, ai Centri Sociali.

Com’è possibile? Una nuova Scissione di Livorno?

No. Semplicemente la sinistra governativa, stregata dall’immanenza di un Draghi-Dar Fener e dall’imminenza di una consacrazione al potere priva di elezioni, ha abbracciato pienamente il pensiero di Kissinger:

L’illegale lo facciamo subito. Per l’anticostituzionale ci vuole un pochino di più.

H. Kissinger

Idea questa che piace e compiace il Governo dei Migliori.

Le piazze però irritano: sono tante, troppe e disciplinate.

In più la polizia è divisa e tra un po’ ci fa un 1917! Allora ecco riesumato l’antico grido: “In piazza ci sono i fascisti!”.

E quali sono questi fascisti?

Molti giornalisti, che non si possono sporcare le mani a intervistare il vero Fascio, quello repubblichino, dichiarano che i fascisti sono in un unico modo e che pure Gianluigi Paragone è fascista.

Ma non lo è, è sovranista nei confronti dei fasci finanziari europei ( ma pur sempre meno sovranista dell’attuale esecutivo che ritiene il Paese un feudo).

Paragone è risorgimentale, non fascista.

Allora sono fascistiforzanuovacasapound!

Già, loro lo sono e ne vanno orgogliosi ma anche tra loro ci sono delle differenze e Casa Pound a Roma, per esempio, non c’era.

Lo so perché io conosco Casa Pound, conosco Pessot, conosco Plinio. Li conosco perché sono una delle poche compagne che ha accettato di presentare i loro libri come controparte socialista.

Anche se il socialismo l’ho abbandonato lapidata dagli insulti dei compagni e raccolta da terra da Italexit .

Tra Casa Pound e Forza Nuova ci sono delle differenze, una delle prime è evidente: alle adunanze di Casa Pound c’è sempre la Digos, quella stessa Digos che mette infiltrati tra le file di Forza Nuova!

Inoltre, pochi lo sanno, Forza Nuova è un movimento di ispirazione cattolico-tradizionalista, Casa Pound prende invece energia dai Figli del Sole, è quindi un movimento più vicino all’anarchia fiumana che al neonazismo.

Sempre ammesso che l’attacco sia di FN, i video su telegram narrano una regia differente.

Esattamente come i video del G8.

Esattamente come il poliziotto che mi dava della puttana comunistra mentre gli infiltrati bruciavano auto e bidoni a Genova.

Ma forse sono vecchia e ricordo poco: ricordavo persino dei no global ma forse li ho sognati.

L’impressione è che quanto accaduto a Roma sia da inserirsi non solo nella delegittimazione dei no green pass ma anche nella lotta agli ultimi voti della capitale: Fdl e Lega, che da sempre hanno rapporti con le destre extraparlamentari, verranno additati come amanti dei fascisti e Gualtieri trionferà sotto la benedizione dell’Esecutivo.

Il quarto stato

E che la Cgil fosse la preda più facile: lo stesso Giuseppe Pellizza da Volpedo, si sta ribaltando nella tomba nel vedersi appeso nelle sue sedi.

Rosa Johanna Pintus


Le piccole gocce che fanno tremare il mare di menzogne e propaganda

Un mare di menzogne e propaganda rischia di cancellare sotto le sue onde cupe l’Italia; pare assurdo, il 1847 è lontano ma l’Italia è tornata ad essere un’espressione geografica e niente altro. A renderla tale non è stato l’austriaco Klemens von Metternich ma l’ italianissimo Mario Draghi.

Tutto è perduto. Il sacrificio della patria nostra è consumato: tutto è perduto; e la vita, seppure ne verrà concessa, non ci resterà che per piangere le nostre sciagure, e la nostra infamia.

Le ultime lettere di Jacopo Ortis, Ugo Foscolo

In un periodo così tragico la Sinistra italiana, nonostante le disgustate e dimenticate dimissioni di Zingaretti, sceglie di incollarsi alle poltrone e di essere complice di una deriva neoliberista che non ha precedenti.

Un atteggiamento non dissimile, camaleontico e iniziato ben prima del Covid è quello dei Cinque Stelle per i quali, a seconda di chi li rappresenta, può essere chiamata in causa la celeberrima classificazione di Leonardo Sciascia:

Quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz’uomini pochi, ché mi contenterei l’umanità si fermasse ai mezz’uomini. E invece no, scende ancor più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.

Il giorno della civetta, L. Sciascia

Tra gli uomini annovero Giuseppe Conte, il senatore Mattia Crucioli, il senatore Gianluigi Paragone.

Si deve pagare per lavorare. Il Green Pass è una vigliaccata
Gianluigi Paragone, leader di Italexit e la sua battaglia contro il Green Pass

Il primo, pur delegittimato da un colpo di Stato, è rimasto nel Movimento e sembra ancora credere in un post Draghi a trazione PD-Cinque Stelle; è uno dei migliori oratori che il Paese ha conosciuto di recente, l’uomo giusto per poter tenere l’Italia intera bloccata in casa.

Scrive Circolo 20 News:

Un Giuseppe Conte d’area gesuita, appoggiato dal medesimo potere decisionale che pilotava Giulio Andreotti. La curiosità vien leggendo e l’accenno alla stessa parola “potere” come potenza concentrata in poche mani, rende tutto credibile, poiché ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che la parola “governo” non è fatta per il bene del popolo, ma per servitù al potere. La prova è che ogni governo, una volta insediato, puntualmente non mette in atto il programma prefissato, ma segue una strada già segnata dai governi precedenti.

Carlo Mariano Sartoris

Eppure quest’uomo è stato fermato da Renzi, su cui è inutile qualsiasi commento, e da Di Maio, perché? Ci risponde Stefano Villa, responsabile organizzativo della provincia di Genova di Italexit, un partito che nel Nord Italia sta raccogliendo importanti consensi:

Di Maio è l’uomo che ha tradito i Cinque Stelle, l’archetipo di colui che lavora nell’ombra e che è disposto ad allearsi con chiunque pur di rimanere al potere. Conte non è di certo un innocente ma è stato sostituito dall’uomo dei poteri forti.

Stefano Villa
Il primo tradimento dei Cinque Stelle

Dei poteri forti, attenzione, e non dai poteri forti come vorrebbe la maggioranza. E infatti Draghi non è che il burattino perfetto di chi esige la totale resa dell’Italia con buona pace del povero Goffredo Mameli morto a soli 21 anni nel 1849 a seguito di una ferita dovuta alla strenua difesa della Repubblica Romana.

E mira al Colle il nostro Draghi? Non sarebbe meglio se diventasse presidente della repubblica nella non malvagia ottica del promoveatur ut amoveatur?

No. Assolutamente no. Il Presidente della Repubblica deve essere il garante della Costituzione e, soprattutto, ha il compito di essere il rappresentante di tutti gli Italiani. Mattarella si deve essere sentito costretto a dare il Paese in mano a Draghi e poi…lo ha seguito in tutto.Già così ci troviamo nei guai: Sandro Pertini non avrebbe mai permesso l’applicazione di norme illiberali e anticostituzionali. Draghi al Colle sarebbe garanzia di tragedia poiché firmerebbe qualsiasi cosa gli venisse ordinata nel silenzio del dibattito pubblico.

Stefano Villa

Guardo Stefano attraverso lo schermo:

Perché hai scelto di militare nel partito di Paragone? Non è un uomo discusso? Si vocifera molto sul suo conto.

Si vociferava sui bonifici che non avrebbe versato ma si sosteneva il falso. Gianluigi Paragone ha versato i bonifici che, in origine, i Cinque Stelle avevano previsto per finanziare le imprese italiane. Una volta assaggiato il Potere però, il Movimento ha disatteso scientemente le politiche economiche per cui era stato votato dai cittadini evitando di tassare a dovere i grandi colossi e le multinazionali.

Stefano Villa
Stefano Villa intervista la sedia vuota del virologo Bassetti che non ha accettato l’invito a un confronto lontano dai set televisivi

Anche tu quindi sei uno dei delusi dal Movimento Cinque Stelle?

Nonostante io sia figlio della generazione Erasmus e abbia profondamente creduto nella possibilità di un’Europa dei popoli, benché io sia vissuto per un periodo a Berlino e anzi, forse, proprio per questo, mi sono reso conto che un’Europa così concepita avrebbe continuato ad arricchire le aristocrazie finanziarie. Aristocrazie…direi oligarchie. Per cui sì, dei Cinque Stelle mi piaceva l’idea dell’uscita da una moneta unica che, di fatto, indebita i Paesi membri più deboli; ero inoltre certo che il Movimento non si sarebbe mai corrotto con la Destra neoliberista…che dire! I pugni in faccia fanno crescere.

In Italexit vedi una speranza?

Mi fido di Gianluigi Paragone, Italexit può sembrare una goccia tra tante ma siamo determinati a portare avanti la battaglia per riprenderci la sovranità del nostro territorio e per fermare l’abominio di questo regime che si regge sul divide et impera, sulla propaganda e la disinformazione, sull’attuazione di decreti liberticidi che tradiscono il patto politico tra i cittadini e lo Stato. E anche oggi, alle 18.30, in Piazza della Vittoria a Genova, manifesteremo il nostro dissenso.

Alessandra Giordano


Dalla classe pollaio alla classe apartheid: considerazioni senza peli sulla lingua

di Cristina Tolmino

Marchio a scuola: vergognoso il trattamento che è stato riservato ai docenti, rei di aver scelto di non sottoporsi al ricatto vaccinale finalizzato all’inoculazione del vaccino OGM , 

“vaccino non approvato che può prevenire il Covid soggetto a  autorizzazione all’uso di emergenza (EUA), da parte della FDA, vaccino che “potrebbe impedire di contrarre il Covid 19 e “potrebbe non proteggere tutti” . 

da.gov, scheda informativa per riceventi e assistiti

ma in questa occasione non voglio dilungarmi su questo.

Voglio invece sottolineare la gravità di un altro punto del decreto legge  che ha esteso l’obbligo del lasciapassare governativo  all’interno degli istituti scolastici e che riguarda la comunità degli studenti. 

Al punto 3 dell’articolo 1 del suddetto DL viene infatti stabilito che 

…I protocolli e le linee guida possono disciplinare ogni altro aspetto concernente le condizioni di sicurezza relative allo svolgimento delle attività scolastiche ivi inclusa la deroga alle disposizioni di cui al comma 2) lettera a ),  per le classi composte da studenti che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione in corso di validità”.

Cerco di capire il significato di quanto enunciato.

Le disposizioni a cui si fa riferimento sono i dispositivi di protezione delle vie respiratorie, cioè le mascherine . Gli allievi della classe composta da soli studenti che abbiano completato il ciclo vaccinale o abbiano ottenuto un certificato di guarigione può essere esentata in blocco dall’uso dei dispositivi di protezione, a differenza della classe nella quale anche un solo ragazzino non sia stato sottoposto al trattamento, e nella quale, e a causa dello stesso, saranno tutti costretti a indossarli. 

A prescindere dal mio personale, poco autorevole e poco significativo  parere, ricordo le parole con le quali il premio Nobel Montagnier si è espresso riguardo alla possibilità di sottoporre a questo vaccino la popolazione dei giovani:

“Non possiamo accettare il rischio per i bambini, i ragazzi e le generazioni attuali. .. il vaccino è una soluzione, ma non la sola, ci sono trattamenti e terapie che possono avere effetti contro questa infezione…”  e ancora “… Rischiamo di avere effetti assolutamente imprevedibili, ad esempio i tumori…”

L.Montagnier

Ma accantoniamo l’illustre  Montagnier e la dibattuta questione se sia opportuno o no vaccinare in massa gli over 12; alcuni adolescenti  saranno  stati sottoposti al trattamento, altri no. 

Apartheid de lege et de facto


Immagino di rientrare in classe. Posso solo immaginare, perché io  quest’anno scolastico in classe non potrò entrare, come i cani fuori dal supermercato, e sarò privata dello stipendio a causa della mancanza del green pass.

Immagino di entrare in classe. Difficilmente entrerei in una classe modello, con tutti gli studenti vaccinati, data la reticenza di tante famiglie, che hanno abbracciato la politica del vaccino limitatamente ai soli componenti adulti, per necessità di salute, per convincimento personale o per pressioni sociali,  ma sono dubbiose e perplesse per quanto riguarda i figli. 

Immagino che tra i ragazzi si saprebbe subito chi è vaccinato e chi no, dal momento che adesso pare sia diventato di moda tra alcuni giovani anche tatuarsi il qr code del marchio sul braccio, pratica che a me personalmente fa orrore perché mi suggerisce cose brutte della storia che sarebbe meglio non evocare ma ricordare con consapevolezza e cognizione di causa, ma mi fa peraltro orrore anche la faccia di Topolino tatuata sulle natiche. 

Io sono vecchia e non ho gli strumenti per comprendere il significato profondo di certi rituali della modernità diffusi tra i giovani e si creerebbe una situazione di inevitabile conflittualità. 

Il vaccino, come suggerito dalle star dello spettacolo e della canzone, diventerà uno status symbol da esibire, chi non ha il vaccino è “sfigato”, chi ha il vaccino è “figo”. Il passaggio successivo è che chi ha il vaccino si sentirà discriminato perché, a causa dei compagni non vaccinati, dovrà comunque indossare la mascherina, e chi non ha il vaccino sarebbe continuamente oggetto di attacchi, più o meno scherzosi, da parte  dei compagni “fighi”, e avrebbe ben poche armi per difendersi, perché a 12 anni non è proprio immediato controbattere citando Montagnier o recitare a memoria le righe più “critiche” del bugiardino dei singoli farmaci che vengono inoculati. 

 Aggiungiamo che i ragazzi non hanno filtri, e, se io che sono vecchia vengo già adesso schernita da adulti che godono del fatto che dal 1 settembre non avrò più lo stipendio e lo considerano una giusta vendetta per la mia resistenza  al ricatto governativo, dopo avere già passato un inverno e una primavera fra colleghi che, cristianamente, auguravano di morire di Covid a me alla mia famiglia, immagino che anche tra i ragazzi non sarà facile, eppure è ciò che è lecito aspettarsi, avendo di fatto istituzionalizzato una sorta di legittimo bullismo all’interno della classe. 

Una silente discriminazione

Ulteriore punto a sfavore dei ragazzini non vaccinati è il fatto che essi si trovano già in una condizione di sofferenza per avere dovuto rinunciare alle normali attività di socializzazione tipiche della loro età, la palestra, la piscina, gli allenamenti, il concerto, il teatro, il cinema, il parco tematico, e per i più grandi, viaggi e viaggetti con gli amici. Questi ragazzi sono inevitabilmente molto provati psicologicamente, abbruttiti da un anno di Dad e un anno di bi-zona (cit. Lino Banfi, L’allenatore del pallone)  a suon di gel e mascherine, distanziamento coatto e accessi al bagno controllati, situazione che si ripresenterà per tutti, vaccinati e non, ma della quale i vaccinati incolperanno i non vaccinati

Nella stessa classe, peraltro, abbiamo fino all’anno scorso insegnato educazione civica come materia trasversale, con interventi mirati alla conoscenza e al rispetto dei più importanti articoli  della Costituzione, alla comprensione del valore di studio e lavoro e alla loro esaltazione come strumento di realizzazione della persona, alla condanna della discriminazione in ogni suo aspetto e sotto ogni forma, all’educazione alla tolleranza , alla prevenzione del bullismo, materiale e cibernetico. 

Chat delle mamme e altre amenità

Immagino poi le mamme, che saranno ovviamente anche loro schierate tra favorevoli e contrarie al vaccino, ci saranno le mamme vaccinate con figli vaccinati, le mamme non vaccinate con figli non vaccinati, e le mamme vaccinate con figli non vaccinati, e si apriranno dibattiti e scontri tra le varie fazioni. Nasceranno chat e sottochat, verranno inviati screen shot in piena notte al coordinatore di classe, alla faccia della privacy e del diritto alla disconnessione, i Dirigenti dovranno mettere il filo spinato per proteggere la porta del loro ufficio, e la gestione dei colloqui con le famiglie diventerà una faida al limite della guerra civile.

Forse, davvero, almeno, non potere avere accesso ai locali scolastici mi manleverà da questo strazio, e dovrò ricordarmene per trovare qualcosa per il quale sorridere quando dovrò andare a prendere il pacco alimenti alla Caritas (ammesso che non sia necessario il marchio) perché, essendo senza reddito,  alla lunga non potrò più comprarmi da mangiare.

Altra problematica su cui mi interrogo anche se, ripeto, non sarò a scuola a poter vedere cosa accadrà, è la gestione delle quarantene per i ragazzi. Gli studenti vaccinati avranno un numero minore di giorni da trascorrere in quarantena rispetto ai loro compagni non vaccinati? Se saliranno i contagi e le regioni diventeranno di nuovo colorate, ai ragazzi non vaccinati sarà comunque permesso andare a scuola o verrà proposta loro nuovamente la Didattica on Line, realizzando per magia e per incanto la metamorfosi,  pandemicamente corretta, della usuale e consolidata classe pollaio di over 28 (laddove per over 28 non si intende una classe di super ripetenti ma 28 è il numero degli allievi) , mai ritenuta fonte di problemi dal Ministero della pubblica Istruzione neanche prima del Covid, in “classe apartheid” in nome della prevenzione/punizione sanitaria, con i vaccinati a scuola e i non vaccinati in Dad? 

Mentre mi appresto a concludere, chiudo un po’ di quaderni di appunti e mi cade l’occhio sulla 

Nota Miur  del 22 luglio 2021, contenente le indicazioni fornite dal CTS in relazione all’apertura dell’anno scolastico 2021-22, nella quale si recita che  è

”… necessario che la comunità scolastica, continuando a promuovere la conoscenza ed il rispetto delle regole anti – covid, nel quadro dei propri compiti istituzionali, operi per far comprendere il valore della vaccinazione, sia ai fini della prevenzione del contagio e della tutela della salute (soprattutto dei soggetti più fragili) , sia quale misura per la ripresa  della normale vita scolastica e con essa della vita sociale del Paese…” 

e improvvisamente mi è chiaro il motivo per cui io, quest’anno, a scuola non posso entrare, come il cane fuori dal supermercato. 

E come il cane fuori dal supermercato aspetterò, non il mio padrone come fa il cane, ma la mia comunità, il mio mondo, il mio spirito, i miei nervi, le mie vene, la mia pancia, le mie budella… in poche parole i miei studenti, a cui appartengo, verso i quali  ho dei doveri che prescindono da conoscenze, competenze, verifiche,  valutazioni, burocrazia e bizantinismi,  perché sono legata a loro da un dovere morale che è un misto di sentimento e rigore intellettuale, perché loro hanno bisogno di essere aiutati a scoprire come esercitare il loro spirito critico, e devono essere liberi di esercitarlo, al di là di un biglietto per lo stadio, di un gelato, di una promessa fittizia di libertà celata dietro uno scambio di merci e di favori, perché hanno bisogno di leggere e comprendere quelle fonti che permettano loro di guardare la storia super partes in autonomia, e io ci DEVO essere e DEVO aspettare,  anche fuori dalla scuola, come il cane fuori dal supermercato. 

Cristina Tolmino


Il ricatto, la minaccia e l’estorsione son le tre faville che hanno i cuori uccisi

Ricatto, minaccia ed estorsione sono gli ingredienti del Governo dei Migliori e le Leggi Fascistissime fanno un baffo a quanto accade ora: nel breve spazio di un anno abbiamo visto la defenestrazione di un presidente, reo di aver abusato del potere esecutivo, e ci siamo visti imporre i nuovi Castore e Polluce, Dioscuri non nati da Zeus e da Leda ma dal Panfilo Britannia e dall’Esercito.

Lor signori non parlano: agiscono.

Attraverso il ricatto, la minaccia, l’estorsione ci impongono di firmare un foglio di consenso informato per sottoporci a un vaccino che non è un vaccino ma un siero genico NON SPERIMENTATO che neppure protegge chi se lo inocula.

E il Green Pass, nato per facilitare i viaggi all’interno dell’area Schengen, diviene de facto, in Italia, un requisito per poter lavorare.

Un requisito.

Il giornale La Voce specifica che:

La certificazione verde non equivale alla vaccinazione. Viene infatti rilasciata a tre categorie di soggetti: chi si è vaccinato contro il Covid-19, chi ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare/antigenico, chi è guarito dal Covid-19. Quello che cambia tra le categorie di soggetti è la validità della certificazione. 

La Voce

Ma il tampone costa e dura soltanto 48 ore!

E non illudetevi che valgano il tampone salivare o quello del supermercato: no!

No, perché devi essere inserito dal personale in una piattaforma digitale che ti rilasci il Green Pass e, tale inserimento, avverrà dopo qualche ora.

Il controllo completo è realizzato.

L’attuale Governo supera di gran lunga le fantasie di Mondo Nuovo di Aldous Huxley, pubblicato nel 1932, critica spietata del taylorismo identificato dal culto ossessivo di Henry Ford. Inquietante e drammatico già come distopia, il romanzo si rivela reale:

Ci sarà in una delle prossime generazioni un metodo farmacologico per far amare alle persone la loro condizione di servi e quindi produrre dittature, come dire, senza lacrime; una sorta di campo di concentramento indolore per intere società in cui le persone saranno private di fatto delle loro libertà, ma ne saranno piuttosto felici.

Mondo Nuovo, A. Huxley

E anche il mondo dell’informazione supera le previsioni più nere di George Orwell:

Se tutti i documenti raccontavano la stessa favola, ecco che la menzogna diventava un fatto storico, quindi vera

1984, George Orwell

Noi però abbiamo ancora memoria della Costituzione, in teoria la si insegna nelle nostre scuole e dovrebbe, in uno Stato laico, avere un valore maggiore del Vangelo…a proposito, che fine ha fatto il Papa?

A questo punto occorre decidere se mettersi dalla parte della Costituzione o dalla parte di chi la calpesta e sperare che la Giustizia europea sia più veloce di quella italiana.

Come docente di Storia, mi schiero dalla parte della Costituzione che, nella gerarchia delle fonti, ha un valore più alto dei decreti legge.

Sono certa che, come il Potere non si è fatto alcuno scrupolo a passare sul corpo di De Donno, meno ancora se ne farà a passare sul corpo di quattro docenti “sfigati” e invisi ai più poiché ritenuti rei di privilegi che non hanno.

Indipendentemente da ciò che farò o non farò o dovrò fare perché sarò costretta a farlo, mi pare evidente che si colpiscano gli insegnanti non allineati perché fanno paura a questo sistema economico.

Come madre, mi chiedo se non sia il caso di emigrare e portare i miei figli in un posto migliore ma ho davanti agli occhi tutti i giorni le difficoltà inerenti questa scelta e non so se avrò lo stesso coraggio degli alunni migranti che ho seguito in questi anni.

Rosa J.Pintus