GENOA WESTERN ORESTEIA
romanzo di Alessandra Giordano
recensione di Maria Giunta
Leggere “Genoa Western Oresteia” è come fare un salto nel ‘Quartiere’: viverlo, annusarlo, digerirlo.
Persone, non personaggi. Si respira aria vera, si vivono situazioni, sentimenti, orgogli spenti, desideri, speranze; perché non tutto è perduto.
Un libro vero, diretto, senza giri di parole. Una storia, tante storie che si intrecciano, che camminano insieme e si dividono. Storie di persone che fuggono dal ‘Quartiere’ per poi ritrovarsi più immerse di prima. Storie di persone che, con la speranza di una vita migliore, salgono al nord piene di sogni, che rimangono però imprigionati nelle valigie. Storie di giovani che lì nascono e muoiono; perché il ‘Quartiere’ è un mondo a parte, dove povertà e ignoranza rendono la vita di chiunque un inferno.
Chi decide delle nostre, delle loro vite? Chi decide?
Un libro da leggere.
Recensione di Elisabetta Berselli
In questo romanzo l’autrice descrive il quartiere Cep di Genova scavalcando quasi completamente ogni dimensione puramente descrittiva: l’orrore dell’architettura popolare, l’alienazione del vivere relegati in un ghetto contemporaneo ai margini estremi della periferia, sconosciuto alla “Genova bene” e guardato con sospetto dagli abitanti delle zone limitrofe, sfociano in una rappresentazione tutta interiore, fatta di stati d’animo, comportamenti e scelte costrette e conformate ad una realtà sociale di disagio e sradicamento dalle proprie origini. I personaggi parlano e raccontano se stessi a se stessi, nell’estremo tentativo di conferire significato ad un destino che, agli occhi di chiunque non appartenga al quartiere, non è degno di nota alcuna.
Recensione di Alessandra Versienti
Vita che si fa romanzo, romanzo che si fa vita: è questa la percezione, netta, che si ha scorrendo le pagine del romanzo di Alessandra Giordano. In’ambientazione di feroce bellezza e di degrado umano, di agio sociale e di solitudine morale si muovono i protagonisti, unici nei loro drammi, eppure così umani e vicini, sempre profondamente persone, individui toccati a volte in modo irreparabile dalla violenza e dal dolore. Il romanzo è un affresco dai colori vividi di una Genova di periferia, battuta dai venti e ingentilita dal sole, una tranche de vie che racconta le creature che popolano quei luoghi e i loro sogni. Lo stile elegante, agile e lieve dell’autrice scivola sapiente sui volti, con tocco amorevole e delicato, e dona dignità di esistere ad ogni personaggio.